DI PIETRO NON FESTEGGIA I 30 ANNI DELL’INCHIESTA TANGENTOPOLI

Sono appena passate le “celebrazioni” per i 30 anni dall’inizio (mediatico) dell’inchiesta “Tangentopoli”, quel 17 febbraio 1992 con l’arresto di Mario Chiesa a Milano: ebbene, per il protagonista indiscusso di quell’epoca, l’ex magistrato del “pool” Antonio Di Pietro, non c’è nulla di cui “festeggiare”.



«Sono passati 30 anni ma mi pare che aprendo il giornale ogni mattina sia tutto uguale a prima», scrive su Facebook il fondatore di “Italia dei Valori” ed ex pm di “Mani Pulite”: per Di Pietro quello appena passato non è affatto un «giorno di festa». «Prima di andarmene vorrei mettere tutto in Rete affinché qualcuno un giorno possa leggere, per vedere quella diversa verità rispetto a quello che è stato raccontato. Sono una vergogna per il Paese i ladri, i corrotti, gli evasori fiscali, i mafiosi o chi, come me, li ha scoperti con l’inchiesta Mani Pulite?», attacca ancora l’ex magistrato.



“METTERÒ LA VERITÀ DI MANI PULITE ONLINE…”

L’accusa più forte di Di Pietro – sebbene non riveli ancora alcun nome – è rivolta ai presunti “poteri forti” toccati dalla lunga inchiesta di “Mani Pulite”: «Ci volevano fermare. Si sono messi in azione appena hanno capito che stavamo per arrivare ai piani alti del potere. Mani pulite è stata bloccata anche perché, mentre stavamo indagando sui bauscia del Nord, siamo andati a toccare quelli che avevano contatti con la mafia al Sud». L’Italia nel pre-Tangentopoli, sentenzia l’ex pm di Milano, era un Paese «malato di corruzione endemica» e il pool ha fatto come un normale medico radiologo, «quando vai a fare i raggi per vedere se hai una malattia». La conclusione della nota in commento ai trent’anni da “Tangentopoli” è ancora più amara e disillusa di quanto non finì l’epopea di processi nei primi anni Novanta: «Da allora a oggi l’unica cosa che è cambiata è che adesso c’è desolazione da parte dell’opinione pubblica», conclude Antonio Di Pietro, «dalla fine della Prima Repubblica sarebbero dovute emergere nuove idee e persone che le portassero avanti. Invece da quell’inchiesta è nato un grande vuoto e sono comparsi personaggi rimasti sulla scena politica più per se stessi che per altro». Resta da capire a chi si riferisce, a quali “poteri forti” parli e in che modo rivelerà “online” tutta la sua verità…

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