Gli studenti ebrei sono a rischio nelle università italiane. A lanciare l’allarme è Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche (Ucei). In attesa di capire cosa emergerà dall’incontro di giovedì tra la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e la presidente della Conferenza dei Rettori delle università italiane (Crui) Giovanna Iannantuoni. «La situazione nelle università è talmente grave che ci aspettiamo che si intervenga in maniera decisa per tutelare gli studenti ebrei. C’è bisogno di un presidio delle forze dell’ordine. Non si può più sottovalutare questo clima d’odio», dichiara Di Segni al Foglio.



In merito a quanto accaduto all’Università Federico II di Napoli, dove un collettivo di studenti ha impedito a Maurizio Molinari, direttore di Repubblica, di parlare, Noemi Di Segni ritiene che «la condanna è stata facile perché s’è capito subito che bloccare qualcuno, non farlo parlare, è sbagliato». D’altra parte, ci sono altri «contesti universitari dove sono successe cose ancor più gravi». Il riferimento è a quanto accaduto a Pisa, «dove di certo non c’è stato alcun equilibrio tra oratori odiatori di Israele e noi, che non siamo stati nemmeno invitati». Ma la presidente dell’Ucei fa riferimento anche all’università Bicocca di Milano, di cui la Iannatuoni è rettrice: «Anche lì si è tenuto un convegno allucinante che ha fatto meno notizia».



“CI ASPETTIAMO TUTELA DEGLI STUDENTI EBREI”

Il governo auspica che l’interlocuzione tra Crui e ministero porti a strumenti per evitare la repressione della libera manifestazione del pensiero, come sta accadendo sempre più spesso nelle università italiane. «Nel nostro caso ci aspettiamo ovviamente anche una tutela nei confronti degli studenti di religione ebraica. Non è colpa nostra se dal 7 ottobre in poi viviamo sotto minaccia. Il dissenso in sé non va represso, ma è evidente la matrice di incitamento all’odio di alcune componenti universitarie», aggiunge Noemi Di Segni nell’intervista al Foglio. Le statistiche dimostrano un aumento di casi di antisemitismo nelle università italiane. «Sarebbe già un bel segnale il recepimento della definizione di antisemitismo adottata dall’Ihra. In quella definizione non si fa solo riferimento agli ebrei, ma anche alla conseguente demonizzazione dello stato di Israele».



Ciò è quanto sta accadendo secondo la presidente dell’Ucei, secondo cui l’incontro dovrebbe servire anche a ribadire «che non ci può essere alcun boicottaggio nei confronti delle università e dei docenti israeliani. Perché anche su questo punto da parte di alcuni atenei c’è stata una grande ambiguità». Già in occasione dell’ultima giornata della Memoria, la presidente dell’Ucei aveva accusato la “timidezza” di alcuni rettori che non avevano condannato l’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre. La Crui si era espressa con toni generici parlando generalmente di pace e mostrando equidistanza. «Da quando Iannantuoni è stata eletta le ho chiesto un incontro 3-4 volte. Sto ancora aspettando», rivela Di Segni al Foglio. Infine, in merito all’incontro di giovedì, la comunità ebraica auspica risposte concrete: «Abbiamo bisogno di sentirci protetti. Siamo noi quelli che subiscono le vere prevaricazioni. Non è più accettabile», conclude Noemi Di Segni.