Si parla di diabete stamane negli studi del programma di Rai Uno, Uno Mattina, e in studio di vera il professor Giorgio Sesti Professore ordinario di Medicina Interna presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma e direttore della UOC di Medicina Interna dell’Azienda Ospedaliera Universitaria ‘Sant’Andrea’ di Roma. In Italia vi sono 3,5 milioni di diabetici: “Il diabete è la malattia della civiltà – le parole di Sesti – ci muoviamo di meno e mangiamo male e di più. C’è poi una fascia che è quella del pre diabete, 11 milioni di persone che rischiano di avere la malattie e che hanno la glicemia più ballerina”. Ma quali sono le persone più a rischio? “Sono le persone obese e quelle che hanno una predisposizione genetica, le persone che hanno ipertensione e che hanno un livello basso di colesterolo buono o le donne che hanno avuto durante la gestazione una glicemia elevata e cge possono sviluppare più tardi la patologia”.
Poi l’esperto ha proseguito: “Anche le persone magre hanno il diabete ma non moltissime perchè la spinta principale è l’essere sovrappeso. Il grasso porta ad infarcire gli organi e averlo nel fegato ad esempio non fa bene”. Ma come si fa a capire se si ha il diabete o meno? “Il sistema più semplice è quello di monitorare la glicemia a digiuno per capire se in futuro posso sviluppare il diabete. Il valore normale della glicemia deve essere 99 poi fino a 125 siamo nella fase del prediabete ed un campanello d’allarme, posso svilupparlo nei prossimi tre o 4 anni. Sta iniziando a diffondersi anche in Italia, fra i giovani di 13 e 14 anni, il diabete di tipo 2, lo stesso che ha il 70enne ed è dovuto alla vita sedentaria”.
DIABETE, IL PROF MOSCHETTA: “NELL’INTESTINO VI SONO BATTERI…”
In studio anche il professor Antonio Moschetta, medico e ricercatore del Policlinico di Bari, che ha spiegato: “Come mai è così diffuso il diabete? La suscettibilità del dna che ricaviamo dai genitori, lo stile di vita, la longevità, ciò che mangiamo, gli orari in cui mangiano, inoltre si fanno più diagnosi: bisogna arrivare in tempo prima che si manifesti il diabete”.
Sulle nuove terapie il prof Moschetta ha spiegato: “Nascono da ormoni che sono prodotti dall’intestino, pensavamo fosse solo un tubo di passaggio invece produce ormoni del digiuno e del dopo pranzo. In questo tubo abitando 17 miliardi di ospiti, i batteri virus faggi. Come si possono sfruttare? Dobbiamo riuscire a prendere i batteri che metabolizzano lo zucchero e i derivati in maniera adeguata. Tutto il mondo sta cercando questi batteri – ha concluso – ad oggi sappiamo la loro sequenza”.