Continua il percorso per ricostruire la verità processuale sulla morte di Fabrizio Piscitelli – meglio noto con l’appellativo di ‘Diabolik‘ che si era guadagnato in anni di militanza negli ultas ‘Irriducibili’ della Lazio – con la comparsa in aula nei giorni scorsi della figlia della vittima che ha testimoniato nei confronti dell’imputato Raul Esteban Calderon, ritenuto esecutore materiale dell’omicidio su ordine del boss mafioso Michele Senese: proprio sul ruolo (presunto) di quest’ultimo si è concentrata la figlia di Piscitelli, cercando di scagionare il boss che – peraltro – non figura neppure nel registro degli indagati di questo specifico processo.

Tornando un attimo indietro, la morte di Diabolik risale al 7 agosto del 2019 quando il capo ultras si trovava nel parco degli Acquedotti romano: lì avrebbe dovuto incontrare qualcuno – secondo voci riferite della figlia a processo “il ‘Fornaro’ Alessandro Capriotti” che aveva già incontrato in quello stesso posto diverse volte nei mesi precedenti – ma venne raggiunto da un anonimo runner che esplose un singolo di colpo di pistola alla testa di Piscitelli.

Secondo le indagini, quel runner anonimo era – appunto – Raul Esteban Calderon, mentre tra i mandati dell’omicidio di Diabolik figurerebbero i già citati Senese e Capriotti, oltre a Leandro Bennato e Giuseppe Molisso: l’esecuzione sarebbe stata (secondo gli inquirenti) una sorta di punizione per il capo ultras che aveva approfittato dell’arresto di ‘Michele o pazz’ “per fare delle prepotenze a delle persone“.

La figlia di Diabolik: “Non credo che Senese sia il mandate, indagate su Capriotti”

Tornando al processo a carico di Calderon, la figlia di Diabolik non ha espresso particolari opinioni in merito al ruolo del presunto runner, ma davanti alla Corte d’Assise romana ci ha tenuto a mettere in chiaro che “dopo la morte di papà io e mamma siamo andate a casa di Vincenzo Senese” che gli avrebbe porto le sue “condoglianze”: in quell’occasione – ha spiegato – “ricordo che piangeva” perché “conoscevamo [mio padre] da quando era piccolo perché viveva in zona e avevano un affetto profondo nei suoi confronti“.

Sul presunto ruolo di Capriotti nella morte di Diabolik, invece, ha spiegato che pochi mesi dopo l’omicidio “ho incontrato la [sua] compagna mentre ero con mia madre e mia sorella” e nonostante “un’altra ragazza” di fosse avvicinata per porgergli le sue condoglianze “lei era rimasta seduta con la figlia che ha sorriso” e date le già citate voci sull’incontro con il marito avrebbero dato il via ad un piccolo scontro culminato con le tre donne che hanno “urlato contro di loro ‘assassini’“.