Diamanti creati in laboratorio conquistano il mercato globale

I diamanti creati in laboratorio rimpiazzeranno quelli naturali? E’ il quesito che assilla gli appassionati e più in generale la clientela di un mercato che, da qualche tempo a questa parte, risulta in fortissima espansione. Secondo gli esperti, tra i diamanti creati in laboratorio e quelli naturali non ci sarebbe alcuna apparente differenza visibile ad occhio nudo. Merito di alcune tecnologie che sono in grado di riprodurre diamanti uguali identici a quelli naturali, evitando le faticosissime e impegnative operazioni per estrarli da terra.



In un articolo pubblicato sul Financial Times, viene sottolineata l’ottima risposta del mercato nei confronti di questa tipologia di prodotti. E viene riportata l’esperienza positiva di Jenny King-Modlin, una ragazza che due anni fa ha ricevuto in regalo uno splendido anello di diamanti creato in laboratorio. “A me sembra un diamante, brilla come un diamante e mi fa sentire come se indossassi un diamante”, racconta la scrittrice e attrice 36enne, che vive a New York. “Non è stata solo una decisione etica, è stata finanziaria e ci siamo innamorati di quell’anello esatto”.



Diamanti in laboratorio, una scelta etica ma non solo

Al di là delle questioni etiche, un altro aspetto interessante è il prezzo, decisamente più conveniente rispetto ai prodotti classici. Il mercato è in piena espansione e di esperienze entusiastiche se ne raccolgono molteplici. Jenny King-Modlin non è infatti la sola ad aver apprezzato la nuova tipologia di diamanti creati in laboratorio. Tantissime persone, in tutto il mondo, sono felici di indossare e acquistare un prodotto molto simile ai diamanti naturali; un prodotto che spesso presenterebbe anche meno difetti.

E il boom della domanda è una naturale conseguenza di un successo e di una tendenza destinata a rimodellare radicalmente il mercato globale dei gioielli con diamanti. Secondo Paul Zimnisky, analista indipendente, la quota di mercato detenuta dai diamanti artificiali è aumentata dal 3,5% nel 2018 al 16,5% nel 2023.