Diana Biondi, studentessa di Somma Vesuviana (Napoli), risultava scomparsa da lunedì, ma nella serata di ieri, 1 marzo 2023, il suo corpo è stato ritrovato privo di vita in località Santa Maria a Castello dalle forze dell’ordine. Gli inquirenti parlano di suicidio (si sarebbe gettata nel vuoto) a seguito di alcune difficoltà riscontrate nel percorso universitario. La ragazza aveva detto ai genitori che martedì 28 febbraio si sarebbe laureata, ma in realtà non aveva completato il ciclo di esami. Diana Biondi frequentava Lettere Moderne all’Università Federico II di Napoli e, stando a quanto emerso, le mancava ancora l’esame di Latino 2 prima di poter discutere la tesi finale.
La giovane non avrebbe quindi avuto il coraggio di raccontare la verità ai genitori e al fidanzato e, proprio per questo motivo, avrebbe deciso di compiere il gesto estremo. Don Nicola, parroco del paese, ha parlato ai microfoni di “Storie Italiane”, su Rai Uno: “Ho incontrato lei e la famiglia per la visita prima di Pasqua. Ho trovato un clima molto sereno e nei minuti in cui sono stato con loro mi sono accorto che si trattava di una bella famiglia. Oggi i giovani trovano difficoltà a parlare delle loro fragilità anche con i loro coetanei”.
DIANA BIONDI, STUDENTESSA MORTA PER SUICIDIO. SINDACO: “LA COMUNITÀ È STRETTA ATTORNO ALLA FAMIGLIA”
Al religioso hanno fatto eco le dichiarazioni del sindaco del luogo, Salvatore Di Sarno: “I genitori di Diana Biondi ieri si sono recati sul luogo del ritrovamento del corpo della loro figlia. Ho avuto il piacere di stare insieme a loro. A un certo punto, mi sono defilato col papà, ci siamo fatto quattro chiacchiere da soli. Avendo contattato l’università, aveva scoperto che Diana non aveva mai sostenuto l’esame di Latino 2 e che, quindi, non avrebbe potuto chiudere il percorso di studi martedì scorso. Probabilmente questa situazione di sconforto è nata per questo”.
Ora tutta la comunità è stretta attorno alla famiglia: “Diana Biondi non aveva confidato a nessuno questo suo malessere e questo suo disagio – ha concluso il primo cittadino –. Non si può non vedere il disagio dei giovani odierni: siamo tutti sui social, ma siamo tutti asociali”.