Diana Di Meo, arbitro e influencer molto seguita sui vari social network e soprattutto su Instagram, ha raccontato in un video di essere stata vittima di revenge porn. Con la voce tremante e rotta dall’emozione, la giovane ha raccontato di essere stata avvisata del fatto che su Telegram girino alcuni video di lei, in atteggiamenti sessuali, diffusi contra la sua volontà e molti addirittura non girati da lei. Un vero e proprio reato che la giovane ha coraggiosamente denunciato in un video pubblicato su Instagram, dove conta quasi 70 mila followers.
Nel video pubblicato, l’arbitro racconta quanto successo: “Allora, come molti di voi sanno stanno girando dei miei video privati sui alcuni social come Telegram. Sono video non condivisi da me e alcuni anche non girati da me. Io ho scoperto di questi video grazie a dei ragazzi che mi hanno mandato tutti i link dei gruppi dove giravano questi video. Ringrazio chi mi sta aiutando, è una situazione che non auguro veramente a nessuno, ho scoperto di gruppi Telegram dove c’erano altre ragazze che ho avvertito e continuerò ad avvertire…”. Un vero e proprio circuito del revenge porn quello che riguarda l’app di messaggistica Telegram: non sono infatti nuove storie simili.
Diana Di Meo, la denuncia su Instagram
Il coraggio dimostrato da Diana Di Meo è servito non soltanto a denunciare l’accaduto alle autorità, ma anche a farlo su Instagram. Proprio nel noto social network, l’arbitro è seguitissima: la sua storia, dunque, potrà essere da esempio per altri, affinché non si debbano più ascoltare faccende simili.
Nella didascalia che ha accompagnato il video, l’arbitro dà coraggio a tutte quelle donne (e non solo) che si sono trovate e si trovano nella sua stessa situazione. Molto spesso, infatti, la vittima non racconta quanto accaduto per vergogna: una situazione che non deve assolutamente esistere né tantomeno far vergognare chi la subisce. “Il revenge porn, definito anche come «pornografia non consensuale» ed anche abuso sessuale tramite immagini, è l’atto di condivisione di immagini o video intimi di una persona senza il suo consenso. Io sono qui a parlarne, molti di noi non riescono a farlo e si nascondono. Spero di dare voce a tutte quelle vittime che vengono colpevolizzate, quando in realtà il colpevole è dall’altra parte dello schermo, che riprende o ‘si limita’ a condividere. Oggi la vittima sono io, domani potrebbe essere una persona vicina a chi magari adesso sta guardando i video e sorride. Non è mai colpa della vittima, ricordatevelo. Sempre a testa alta ragazzi, sempre”.
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