Diana è una giovane donna con la passione per il pallone, arbitro di calcio con una storia difficile di vittima di revenge p*rn che è tra le protagoniste della nuova puntata di Sopravvissute. Il programma condotto da Matilde D’Errico, in onda in seconda serata su Rai 3 oggi, 17 novembre, affronta il caso di Diana, una vicenda che ha avuto un importante impatto nella sua vita e che l’ha vista prendere in mano le redini di una situazione che inizialmente aveva rischiato di travolgerla. Così, dopo il silenzio e la paura di amplificare il suo dramma, ha deciso di denunciare tutto non solo alle forze dell’ordine, ma anche sui social.



Matilde D’Errico racconta il percorso di Diana a Sopravvissute e porta in studio una vicenda che purtroppo è comune a quella di tante altre donne, ancora strette nella difficoltà di trovare il coraggio di denunciare. La vergogna e il terrore di essere riconosciute e sottoposte a una nuova violenza spesso prende il sopravvento e tante scelgono di non rivelare l’incubo che si trovano a vivere. Ma Diana ha deciso di non tacere, sensibilizzando così l’opinione pubblica, con la sua storia, sul tema del revenge p*rn e di tutto ciò che si prova a esserne vittime.



La storia di Diana a Sopravvissute: il coraggio di non tacere per rinascere

Diana è un affermato arbitro di calcio e la sua storia di vittima di revenge p*rn è diventata virale attraverso il suo racconto sui social. È lei la protagonista del nuovo appuntamento di Sopravvissute in onda stasera, su Rai 3, dalle 23.30 con la conduzione di Matilde D’Errico. Diana avrebbe scoperto di subire questo reato per caso. A segnalarle la presenza online di contenuti intimi che la riguardavano sarebbe stato un giovane, a lei sconosciuto, e quello che sarebbe successo di lì in avanti si sarebbe rivelato per lei un vero e proprio incubo.



I contenuti privati in questione, secondo la ricostruzione di Sopravvissute, sarebbero stati diffusi sul web con l’indicazione del suo nome e del suo cognome, una situazione che avrebbe alimentato in Diana il panico e l’angoscia di non riuscire a interrompere quel flusso potenzialmente incontrollabile che è la diffusione di immagini e dati sensibili in Rete. Inizialmente, la giovane avrebbe monitorato la situazione ma senza sporgere denuncia, per paura di dare risalto alla questione e di irrobustire il rischio di essere esposta al pubblico ludibrio. Ma col passare dei giorni, i contenuti si sarebbero diffusi sempre più velocemente facendola precipitare in un inferno. Diana avrebbe deciso di chiudersi in casa per qualche giorno, prima di capire che l’unico modo per fermare quella macchina di fango e paura era proprio denunciare tutto. Si sarebbe quindi rivolta alle forze dell’ordine e avrebbe deciso di pubblicare un video su Instagram per raccontare quello che le stava accadendo. Un punto di svolta per Diana, un esempio per quante ancora soffrono in silenzio e non trovano la forza di parlare.