Diana, morta in casa a 18 mesi: abbandonata dalla madre Alessia Pifferi

La piccola Diana, 18 mesi, è stata lasciata da sola per quasi una settimana, in casa, dalla madre Alessia Pifferi, 36 anni. E’ morta di stenti, nel lettino dove è stata ritrovata dai soccorritori e dai poliziotti. Accanto al suo corpicino un biberon vuoto. Il pannolino sul lettone, dopo averlo strappato e lanciato al di là delle sbarre della culla. Un altro è sul davanzale, pieno di vermi. Questa la descrizione choc della scena che i soccorritori si sono trovati davanti nella casa milanese dove la bimba è morta, denutrita e disidratata, dopo essere stata lasciata sola per sei giorni di fila. La madre, finita in arresto ed attualmente detenuta nel carcere di San Vittore, ha ricostruito le sue ultime giornate agli investigatori, parlando in maniera fredda ed al tempo stesso lucida.



Ha spiegato di aver lasciato la sua abitazione giovedì 14 luglio poco prima delle 19, dopo aver somministrato alla figlioletta alcune gocce di Tachipirina: “La vedevo molto agitata e sbavava, pensavo fosse per i dentini”. Quindi si dirige alla volta di Leffe (Bergamo), dal suo nuovo compagno. Gli investigatori, tuttavia, non avrebbero trovato in casa Tachipira ma solo En, benzodiazepine, vuota per tre quarti. Solo mercoledì mattina la donna avrebbe fatto rientro in casa trovando Diana immobile: “Ho visto che non si muoveva. Le ho dato una pacchetta sulla schiena. Le ho messo i piedi nel lavandino per bagnarla, ma non reagiva”. Quindi avrebbe chiesto aiuto alla vicina, chiama il 118 e nell’attesa si premura di dire ai vicini: “Non sono una cattiva madre”.



La mamma di Diana: “Ho mentito perché mi sentivo giudicata”

Al cospetto del pm Francesco De Tommasi e al capo della Mobile Marco Calì, Alessia Pifferi, mamma di Diana, avrebbe ripercorso la sua vita fatta di relazioni fugaci con uomini conosciuti su Tinder, il padre della bambina, all’oscuro di avere una figlia e l’ultimo compagno, con il quale sarebbe andata a convivere ad agosto. Era da lui nei giorni in cui Diana era da sola in casa “senza mai piangere”, spiegano i vicini. Parole che lascerebbero pensare al fatto che l’abbia potuta sedare prima di abbandonarla.

Nel corso dell’interrogatorio, la 36enne ha aggiunto: “Pensavo di partire giovedì e tornare venerdì, il giorno dopo”. Al compagno avrebbe detto che Diana era al mare con la sorella: “Ho mentito perché mi sentivo sempre giudicata”. Ai vicini raccontava della presenza di una presunta baby sitter in sua assenza, ma solo oggi si apprende che mentiva anche in quel caso. Agli inquirenti che le hanno domandato se si fosse mai resa conto delle conseguenze che le sue azioni avrebbero potuto avere su una bambina di 18 mesi, lei freddamente avrebbe replicato: “Sì, a parte la disidratazione, la morte”. Avrebbe anche aggiunto di non essere mai tornata a Milano in questi giorni, ma a smentirla è il compagno: “Lunedì siamo tornati in città perché dovevo sbrigare questioni di lavoro. Ma lei non mi ha chiesto di passare da casa”. Diana era ancora viva? Infine ha aggiunto: “Quando giovedì sono andata via non ero tranquilla sapevo che stavo facendo qualcosa che non andava fatto, che poteva accadere di tutto, anche quello che è poi successo”. La donna dovrà rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato anche dalla premeditazione.