Diana forse drogata dalla madre Alessia Pifferi prima di morire: è l’ipotesi che aggiunge orrore all’orrore nel caso della bimba morta di stenti in casa a Milano, a 18 mesi, dopo essere stata lasciata sola dalla mamma per oltre una settimana. Letteralmente abbandonata a se stessa, secondo la ricostruzione investigativa che ha visto la donna finire in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Per capire se questo scenario abbia un fondamento, riporta Adnkronos, occorrerà attendere le analisi sul biberon disposte dal gip con la formula dell’incidente probatorio. Periti incaricati dal giudice per le indagini preliminari, infatti, si occuperanno di accertare se nel latte dato alla piccola vi fossero sostanze quali benzodiazepine.



Nello stomaco della bambina, stando a quanto avrebbero rilevato gli inquirenti in sede medico-legale, sarebbe stata presente una esigua quantità di materiale che sarebbe apparso compatibile con il cuscino del lettino su cui era stata abbandonata. Diana, forse drogata dalla madre Alessia Pifferi prima di morire, potrebbe aver cercato di placare la fame mordicchiandolo. Un’ipotesi sconvolgente che consegna un’altra immagine straziante alla sequenza di quest’atroce vicenda in cui si innesta il dubbio degli inquirenti: Diana forse drogata dalla madre Alessia Pifferi prima della fine. Da chiarire se alla piccola siano stati somministrati tranquillanti prima degli eventi che avrebbero portato al decesso.



Diana forse drogata dalla madre Alessia Pifferi prima di morire

Un biberon e un flacone di tranquillanti quasi vuoto: è intorno a questi due elementi che gravitano molti degli interrogativi ancora aperti sul caso di Diana, forse drogata dalla madre Alessia Pifferi prima di morire di stenti in quell’’appartamento di Milano in cui la madre l’avrebbe abbandonata a se stessa per una settimana. La piccola, secondo la ricostruzione emersa dall’autopsia e riportata dall’Ansa, sarebbe morta di stenti dopo essere stata lasciata sola su un lettino da campeggio all’interno dell’abitazione. Deceduta forse “per consunzione” dovuta a fame e sete.



Saranno gli accertamenti sul biberon e sul suo contenuto a restituire agli inquirenti un quadro più nitido di cosa sia successo prima che Diana, forse drogata dalla madre Alessia Pifferi, morisse. A disporli con incidente probatorio, secondo quanto riportato da Adnkronos, il gip di Milano, Fabrizio Filice, che avrebbe accolto l’istanza della difesa della donna, avvocati Solange Marchignoli e Luca D’Auria, fissando per il prossimo 28 settembre l’udienza per la nomina dei periti.

Le analisi sul biberon e la posizione della madre di Diana

Presto, quindi, sarà affidato l’incarico per la perizia sul biberon trovato accanto alla piccola Diana e saranno effettuati esami biologici e chimico-forensi sul contenuto. Da chiarire, infatti, se nel latte residuo vi siano tracce del farmaco En la cui boccetta sarebbe stata individuata dagli inquirenti vicino al lettino dove Diana è stata scoperta priva di vita. A carico della madre, Alessia Pifferi, l’accusa di omicidio volontario aggravato. La donna, secondo il quadro ricostruito dagli investigatori, avrebbe lasciato la piccola sola “nella culletta, per 7 giorni continuativi, priva di assistenza e assolutamente incapace, per la tenerissima età, di badare a se stessa”.

A questo si sommerebbe l’altra ipotesi su cui si indaga: Diana forse drogata dalla madre Alessia Pifferi prima di essere lasciata senza cure per una settimana. Si tratta di uno scenario che aggraverebbe la posizione della donna dopo gli elementi raccolti finora. La bambina, stando alla sequenza tracciata dagli inquirenti, sarebbe stata abbandonata in casa senza cibo e acqua sufficienti e “in condizioni di palese ed evidente pericolo per la propria vita”. Sarebbero stati la mancanza di accudimento e gli stenti a provocarne la morte. Alla donna, attualmente in carcere, si contesterebbe l’aggravante dei futili motivi.