Proseguono le indagini sulla morte di Diana Pifferi, la bimba di 18 mesi abbandonata in casa a Milano e, secondo l’accusa mossa alla madre Alessia Pifferi, morta di stenti. La piccola sarebbe rimasta sola per giorni – una settimana stando alla ricostruzione degli inquirenti – e il suo corpo sarebbe stato ritrovato adagiato su un lettino da campeggio all’interno dell’abitazione in cui viveva con la mamma. La donna, in carcere dal 21 luglio scorso, ha scritto una lettera in cui smentisce di aver percepito la figlia come “un peso”, un “ostacolo” al suo sogno di condurre una vita da star, e si dice distrutta. Nel frattempo, l’inchiesta prosegue ma ci sarebbe una proroga per cui occorrerebbero ancora diversi giorni per conoscere l’esito dell’autopsia.



Fissato per il prossimo 28 settembre, riporta Ansa, l’affidamento dell’incarico ai periti del gip per l’espletamento degli accertamenti tecnici di natura chimico-forense e biologica volti a chiarire, tra gli altri reperti al vaglio, il contenuto del biberon trovato accanto alla piccola Diana Pifferi. Esami che saranno condotti con la formula dell’incidente probatorio e che punteranno anche a capire se vi siano tracce di farmaci tranquillanti – in particolare di En, appartenente agli ansiolitici benziodiazepinici di cui sarebbe stata trovata una boccetta in casa – che, non sarebbe escluso, la madre potrebbe averle somministrato prima di lasciarla da sola.



Morte di Diana Pifferi, attesa per i risultati dell’autopsia sulla piccola

Una proroga di 30 giorni nell’inchiesta sulla morte di Diana Pifferi, la bimba di 18 mesi morta di stenti dopo essere stata abbandonata in casa dalla mamma, Alessia Pifferi: è la novità che emerge nelle ultime ore sul caso della minore trovata senza vita nell’appartamento milanese della donna, 37 anni, ora in carcere accusata di averne provocato il decesso.

Lo riferisce l’Ansa, secondo cui gli esperti incaricati degli esami tossicologici e medico legali, consulenti della Procura nell’ambito delle indagini condotte della Squadra mobile e coordinate dal pm Francesco De Tommasi, avrebbero chiesto più tempo per gli accertamenti volti a capire se la bambina sia stata “drogata” con tranquillanti prima di essere lasciata da sola per una settimana. Slitta così il termine per il deposito dei risultati dell’autopsia, inizialmente fissato per la fine di settembre e ora spostato a fine ottobre. Alessia Pifferi, arrestata con l’accusa di omicidio volontario aggravato, dalla sua cella avrebbe scritto una lettera a Quarto Grado spiegando di non aver mai percepito la figlia come un “peso”, rigettando sostanzialmente la ricostruzione finora effettuata dagli inquirenti sulla spirale di eventi che avrebbero portato la piccola Diana Pifferi alla morte.