Diciamo la verità: dopo l’articolo nel quale indicavo come una più stretta collaborazione tra Europa e America Latina avrebbe potuto porre le basi di un’alternativa ai poteri politico-economici dominanti, di sicuro non mi aspettavo una risposta così immediata e proprio dall’Italia con una notizia che mi ha lascito a bocca aperta. Difatti un dispaccio di agenzia Reuters ha annunciato che “L’Italia, presidente del Gruppo dei 20 Paesi ricchi ed emergenti quest’anno, spingerà i suoi membri a estendere la riduzione del debito ai Paesi poveri che lottano per far fronte alla pandemia di coronavirus”, come rivelato da un alto funzionario del team finanziario del G20 a Roma. Inoltre, “L’Italia era anche fiduciosa che la presidenza Biden avrebbe annunciato una posizione degli Stati Uniti più cooperativa sulla cooperazione finanziaria internazionale, soprattutto in aree come il cambiamento climatico e gli aiuti agli Stati più poveri. ‘Dobbiamo dare spazio fiscale ai Paesi a basso reddito in maggiore difficoltà’, ha affermato in un’intervista Gelsomina Vigliotti, Direttore generale del Tesoro per le relazioni finanziarie internazionali, delineando le priorità del Paese per la sua presidenza”.
Ed ecco che la mia sorpresa è diventata grandissima proprio perché tale proposta diventerebbe estremamente funzionale a quanto affermato nel mio precedente articolo: nella fattispecie si tratterebbe di un grosso passo verso un aiuto concreto che solleverebbe molti Paesi dai debiti che hanno maturato con il Fmi, essendo proprio quest’ultima organizzazione quella che dovrebbe farsi carico di una manovra la cui importanza eguaglierebbe quella del Recovery Fund per i Paesi Ue e si focalizzerebbe in particolare sulle nazioni latinoamericane, che si trovano più esposte ai debiti con il Fondo, Argentina in particolare.
Quindi il dialogo politico ed economico con l’Ue e i suoi membri si stabilizzerebbe in condizioni di parità e avrebbe più possibilità di successo in grado di sviluppare finalmente una collaborazione degna e più producente a delle logiche di bene comune e di lotta alla povertà.
Certo che però da una base tanto importante sorge un’opportunità imperdibile (come quella del Recovery Fund ripeto) a patto che al loro interno gli Stati e le organizzazioni che li riuniscono (Ue e MercoSur) si mettano finalmente a elaborare delle vere politiche di bene comune con sviluppi economici messi in opera in contrasto con l’austerità che ormai dal 2008 ha contraddistinto gran parte dei Paesi Ue e quelle legate non solo alla corruzione ma anche al poverismo dei regimi populisti latinoamericani.
Sì, perché purtroppo nell’apprendere questa notizia che ha un valore veramente rivoluzionario (con buona pace di Cuba, Venezuela e altri regimi populisti gestiti da oligarchie miranti solo alla loro ricchezza di casta) nel continente latinoamericano, ma particolarmente in Argentina, si sono esternati commenti di vera e propria pioggia di manna dal cielo, visto che i quasi 500.000 milioni di DEG, la moneta del Fmi (parificata al dollaro), che costituiscono il finanziamento la cifra più consistente, arriveranno dritti a Buenos Aires. Ossia in una Argentina gestita dal fallimentare regime kirchnerista che l’ha impoverita straordinariamente a poco più di un anno dall’assunzione alla Presidenza di Alberto Fernandez. In una stretta talmente disastrosa dove l’inflazione ha superato il 50% e le fallimentari decisioni governative per contrastare il Covid basate in pratica su di una quarantena stretta di ben 8 mesi stanno preparando il Paese a una seconda ondata che rischia di essere di una gravità estrema. Soprattutto per il bassissimo livello di test che continuano a essere effettuati in numero insufficiente. Ma non è tutto. Bisogna aggiungere anche l’epica montata con una regia che ci ricorda i documentari fascisti dell’Istituto Luce sull’arrivo in Argentina di dosi di vaccino Russo Sputnik V: recentemente fa i notiziari si sono interrotti per trasmettere dal vivo l’atterraggio del volo che portava a Buenos Aires 200.000 dosi del vaccino. Tutto questo mentre lo stesso giorno all’aeroporto di Santiago del Cile arrivava un volo con oltre 2 milioni di vaccini acquistati in Cina.
Ad aggiungersi a questa propaganda una anche a livello economico con l’impresa petrolifera nazionale YPF in si è nominato direttore un avvocato segretario di Cristina Kirchner: a questo si sommi l’aumento del prezzo dei combustibili che, come quello dei generi di prima necessità, sta allargando la fascia di povertà nel Paese, ma allo stesso tempo le mani di un potere populista sono arrivate a gestire un settore fondamentale per l’economia e a mettere sotto il suo controllo capitali ingentissimi.
Ora il pericolo è che il fiume di denaro o gli “sconti” in cui si trasformerà sul debito possano essere usati dal potere per affermarsi ancor di più e non per investire su ciò che l’Argentina ha più bisogno: non solo infrastrutture che possano permettere un decollo economico, ma anche uno Stato meno Babbo Natale che lasci al settore privato possibilità di sviluppo concrete che possano combattere l’enorme povertà in cui versa una nazione che, ricordiamolo, produce derrate in grado di alimentare 450 milioni di persone ma ha un tasso di povertà del 63%.
Insomma, la costruzione del ponte auspicato è possibile ma ricordiamoci che i grandi aiuti sviluppatisi nella tremenda esperienza pandemica possono rivelarsi utili solo se ben utilizzati e questo vale anche per l’Italia con il Recovery Fund.
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