BUENOS AIRES – Sabato scorso in Argentina si è festeggiato il “giorno della bandiera” che si celebra nella data della morte del suo creatore, il Generale Juan Manuel Belgrano. Curiosamente in Italia questa commemorazione si festeggia nella città ligure di Oneglia, provincia di Imperia, dove era originaria la famiglia dell’eroe, considerato uno dei Padri della Patria. Ma la ricorrenza di quest’anno ha avuto il significato della protesta generale contro certe decisioni dell’attuale Governo il cui Presidente, Alberto Fernandez è ormai considerato solo il segretario della vice, Cristina Fernandez de Kirchner.



Approfittando dell’emergenza sanitaria del Covid-19 (ma la sua politica era già chiarissima prima, con decisioni che si sono rivelate l’esatto contrario delle promesse elettorali) e sotto il messaggio elaborato con la complicità della sua squadra di infettivologi (“O quarantena o morte”), si è instaurato in Argentina un potere totalitario che risponde alle logiche del populismo più estremo, uno dei tanti figli dell’ideologia di Rousseau che alla fine è riuscita a partorire solo dittature, “in nome del popolo” si capisce…



E così ecco un Presidente che ormai non ha più nessun freno di logica nel suo pensiero (che si capovolge in termini di ore nei suoi concetti), e soprattutto esclude il Parlamento dalle sue decisioni, partorite su decreti di necessità e urgenza che calzano perfettamente nel clima di pandemia mondiale, ma che in Argentina ormai (con 27.476 infettati attuali, cifra per fortuna molto bassa) ha superato il record mondiale di quarantena poco intelligente (101 giorni ad oggi) che ha paralizzato il Paese.

La settimana scorsa, con una decisione sorprendente perché solo poche ore prima, in un incontro con un’associazione imprenditoriale, aveva dichiarato tutto il contrario, Fernandez ha annunciato l’espropriazione di una delle più importanti e storiche aziende agricole del Paese, fondata 90 anni fa da friulani emigrati: la Vicentin, con sede nella provincia di Santa Fe. L’impresa, che fino a pochi anni fa macinava utili, è entrata in una crisi finanziaria gravissima che l’ha costretto a chiedere un prestito al Banco Nacion che però non è stato mai restituito e con la stessa Vicentin ormai tecnicamente fallita.



Il fatto è che però, in questi casi, interviene un giudice che la mette in amministrazione controllata e che poi indice una gara di vendita. Almeno questo si fa nelle Repubbliche con Stato di diritto di fatto. Ma nel Viceregno che l’Argentina è da almeno 4 decenni il Presidente, violando tutte le leggi dello Stato, ha organizzato una conferenza stampa nella quale ha annunciato, in perfetto stile chavista, l’espropriazione come atto teso a salvaguardare la sovranità alimentare del Paese! Sarebbe un po’ come se in un emirato arabo si decidesse l’espropriazione di un’azienda petrolifera per proteggerlo dal pericolo di mancanza di mercato del greggio. Ricordiamo che l’Argentina è una delle potenze agricole mondiali e i suoi prodotti base consentono di alimentare 450 milioni di persone: poi però a breve si raggiungerà il 60% di povertà, ma quello è un altro discorso.

C’è anche da aggiungere che il 98% della produzione di Vicentin riguarda farine di soia per alimentazione di polli e maiali in Cina: solo l1% è dedicato al grano e qui si cade nell’assurdo. Però poi a guardare meglio l’intera questione si scopre che Vicentin è titolare di basi portuarie a Rosario, città sul rio Paranà i cui collegamenti fluviali sono di estrema importanza strategica, tanto che è diventata da circa 20 anni una delle capitali del traffico di droga.

La mossa totalitaria ha però provocato proteste e non solo nell’importantissimo settore agricolo, ma pure a livello nazionale, perché a pochi giorni da questo sopruso la compagnia aerea Latam (una società mista cilena e brasiliana) ha annunciato di abbandonare l’Argentina perché non riesce più a sopravvivere in un mercato dove da anni subisce la guerra sia da parte di movimenti politici ultrakirchneristi che sindacali (che controllano Aerolineas Argentinas, fortemente nelle mani dello Stato), i quali con le loro azioni unilaterali in pratica stanno eliminando dal mercato dei cieli, già potenzialmente colpito dal Covid-19 (e qui si spiega come mai i cieli argentini siano chiusi fino a settembre adducendo labili ragioni sanitarie), tutto il settore low cost per creare un monopolio.

Quella che ormai più di una sensazione si è trasformata in realtà è che di questo passo l’iniziativa privata diventerà un ricordo: però, nonostante un’opposizione al Governo con le mani legate per la chiusura delle attività delle Camere, la gente ha capito benissimo l’antifona e non vuole assolutamente che questo ricchissimo Paese faccia la fine del Venezuela, per cui, in piena quarantena, la storica data del giorno della bandiera si è trasformata in una protesta massiva ma ordinatissima che ha coinvolto l’intera Argentina.

La risposta del Presidente non si è fatta attendere, asserendo che si tratta di cittadini confusi: invece le idee sono chiarissime e la popolazione (per lo meno gran parte di essa) non ne può più di un Governo che ormai è manovrato da una vicepresidente di mentalità totalitaria con 15 processi per vari reati ancora in essere: ma, ciliegina sopra la torta, il Procuratore Generale del Tesoro Carlos Zannini, con vari processi a suo carico per tradimento alla patria, e braccio destro di Cristina Kirchner, ha deciso di concedere una pensione faraonica (con tanto di arretrati) all’ex vicepresidente durante il mandato della Kirchner, Amado Bodou. Attualmente è agli arresti domiciliari, scarcerato per la pandemia, per una condanna di due anni per l’esproprio dell’impresa tipografica Ciccone, dove si stampavano le banconote della zecca.

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