Come scrivevamo nell’articolo inerente la cattura dell’ex Br Bertulazzi, cinque giorni fa la attuale vicepresidente Argentina Vittoria Villaruel aveva annunciato al Senato l’intenzione di voler processare e condannare tutti gli appartenenti alle organizzazioni terroristiche argentine degli anni 70 che, attraverso amnistie varie, girano ancora liberi nel Paese nonostante sulle loro coscienze pesino non solo morti e feriti provocati dalla loro violenza, ma anche una responsabilità grossa come un macigno, e che la storia, nella sua realtà che contrasta con le versioni favoleggianti dei vari governi peronisti e kirchneristi di questi anni, ha ampiamente dimostrato: e cioè che questi movimenti falsamente rivoluzionari ed altrettanto ipocritamente “rappresentanti della volontà popolare” (sic) altro non sono stati che il mezzo che ha praticamente instaurato la dittatura militare nel Paese. Proprio come le Br in Italia, attraverso l’assassinio di Moro, sono stati complici dei poteri che hanno impedito quel “compromesso storico” a cui lo statista lavorava da tempo in perfetto accordo con il leader del Pci Enrico Berlinguer. Insomma le azioni “rivoluzionarie” sono servite in entrambi i casi a calare ambedue i Paesi prima nella notte del terrore e poi nella loro mancata evoluzione e politica.
Come anticipavamo la scorsa settimana, la storia degli anni 70 in Argentina, culminata con il golpe militare del 1976, è divisa in due versioni: una storica, l’altra romanzata e modificata ad arte per ragioni politiche. I movimenti terroristi, infatti, iniziarono la loro attività nel Paese nel 1969, e con il passare del tempo si formarono due gruppi principali: L’ERP (Ejercito Rivolucionario del Pueblo) di ispirazione comunista, e i Montoneros, che inizialmente appartenevano all’estrema destra nazionalista (il Movimento Tacuarì, dal nome di una lancia indigena) e poi attraverso un percorso ideologicamente complicato, si convertirono al peronismo, rappresentandone l’ala di estrema sinistra.
Queste due formazioni terroristiche godevano di un’organizzazione veramente ottima e nel caso dei Montoneros costituirono un vero e proprio esercito, con tanto di uniformi e addirittura cappellani, visto che l’ala della Chiesa della Liberazione Latino-americana aveva in parte abbracciato questa causa “rivoluzionaria”.
Il presidente Juan Domingo Perón, che aveva anche utilizzato il Movimento Montonero per tornare al potere nel 1973, dopo la sua destituzione dovuta ad un golpe militare nel 1955, si rese subito conto che i Montoneros costituivano per lui un pericolo costante, perché alla mercé dell’ideologia comunista da lui sfruttata per tornare in carica, ma mai amata. Quindi in un discorso del Primo Maggio dello stesso anno li definì “stupidi”, eliminandoli di fatto dal Movimento Peronista, fatto che convertì Montoneros al terrorismo.
Questo fece precipitare l’Argentina, nel corso degli anni, in una guerra civile tra destra e sinistra peronista che produsse, come già abbiamo citato in altri articoli, ben 12mila attentati con quasi 17mila feriti e quasi 2mila morti, in parte dovuti allo scoppio delle oltre 4mila bombe utilizzate.
Un vero caos che, morto Perón nel 1974 e subentratagli la moglie Isabelita al potere, diede origine alla tristemente famosa “Triple A” (Armada Anticomunista Argentina), creata dal suo maggiordomo (e membro della Loggia P2, organizzazione che aveva in Argentina un grandissimo potere) Lopez Rega. Iniziarono così le sparizioni di persone legate ad organizzazioni di sinistra e con esse la questione dei “desaparecidos”, mentre le azioni terroristiche proseguirono fino ad arrivare all’attentato del 5 ottobre 1975, dove una guarnizione dell’esercito argentino venne attaccata dai Montoneros e decimata.
A quel punto i militari si decisero al golpe, che avvenne il 24 marzo 1976.
Successivamente, per ordine di uno dei principali capi, il contrammiraglio della marina Emilio Eduardo Massera, che formava parte della giunta militare, decise di sviluppare ulteriormente la Triple A e le sue azioni, perché si voleva evitare che la Chiesa (pontificato di Giovanni Paolo II) prendesse posizione a favore dei terroristi come aveva fatto nei confronti di quelli dell’ETA in Spagna bloccando le condanne a morte.
Quindi le persone sparirono letteralmente ed il fenomeno alla fine raggiunse il numero di circa 8.300, secondo i dati ufficiali di un computo effettuato fino a pochi anni fa. Cosa che, sebbene smentisca la cifra inventata dei 30mila (che abbiamo commentato in altri articoli in questi anni), rimane sempre notevole e figlia di un vero e proprio genocidio.
La dittatura militare combatte il terrorismo e precipita il Paese in un regime nefasto dove però, nel corso degli anni successivi, accadono cose davvero singolari e che possono considerarsi come una vera e propria relazione tra nemici dichiarati (viene in mente l’Italia). Inizia un vero e proprio interscambio di “favori” tra Montoneros e militari, attraverso l’eliminazione di personaggi non graditi e scomodi per ambedue le parti; inoltre, nella città di Parigi si tengono, all’interno dell’ambasciata argentina, incontri tra Massera e capi esiliati dei Montoneros.
Nel 1977 ormai il terrorismo è stato sconfitto, ma anche la dittatura ha i giorni contati, quindi Massera ha un progetto: quello di presentarsi alle eventuali elezioni come candidato alla Presidenza contando anche sull’appoggio dei suoi “nemici” terroristi, ai quali promette condizioni favorevoli nei processi che li coinvolgeranno.
Il patto rappresenta qualcosa che mira a sovvertire l’equilibrio del potere militare, totalmente all’oscuro di questi accordi: ma un’alta diplomatica dell’ambasciata, Elena Holmberg, a conoscenze degli incontri, d’un tratto parte in vacanza per Buenos Aires dove, dopo quattro giorni dal suo arrivo, scompare. Per essere ritrovata tempo dopo morta in una località del Delta del Tigre: eliminata perché era fermamente decisa a rivelare tutta la questione alle autorità.
Che poi non poté essere portata a termine come piano, visto che la giunta militare, ormai perdente, aveva messo in atto la guerra per la riconquista delle Isole Falkland-Malvinas come misura “patriottica” per avere un appoggio popolare. La guerra si risolse in un disastro che portò al collasso la dittatura a cui seguì la proclamazione della democrazia con elezioni che vennero vinte dal radicale Raúl Alfonsín, eletto presidente.
Una delle sue prime iniziative fu l’istituzione di un processo alla giunta militare, che doveva includere anche quello ai delitti commessi dal terrorismo, ma successivamente le condanne decise vennero cancellate da un provvedimento di clemenza generale attuato dal successore di Alfonsín stesso: il peronista Carlo Saul Menem.
Nel 2003 venne eletto presidente il governatore della provincia patagonica di Santa Cruz Nestor Kirchner, che nel corso del suo primo mandato cancellò, per convenienza politica, in parte le decisioni di Menem, perché solo i militari tornarono nelle prigioni, mentre i processi contro il terrorismo vennero definitivamente cancellati e con essi tutti i crimini da loro commessi.
Ora l’Argentina vorrebbe tornare sulla questione, processando gli ex Montoneros e ERP affinché i lori delitti ricevano la giusta pena, anche se i reati commessi, secondo Villaruel, non sono mai caduti in prescrizione visto che sono considerati anche loro “di Stato”.
Insomma, la favola della “Gioventù meravigliosa” pare sia arrivata al giusto epilogo, nel nome di una giustizia che però faticherà parecchio ad imporsi anche perché la futura Corte Suprema di giustizia rischia, per volontà dell’attuale presidente Milei, di essere fortemente in mano proprio di quella casta corrotta che, nei suoi discorsi, vorrebbe cancellare.
Ma, anche se si levano in entrambi i Paesi voci che vorrebbero cancellare i reati commessi visto il tanto tempo trascorso, Italia e Argentina hanno patito, a causa delle azioni di questi gruppi violenti, conseguenze che hanno minato non solo l’ideale della democrazia, ma anche quel progresso che entrambe le nazioni avrebbero potuto godere se non fossero intervenute a minarlo definitivamente proprio entrambe le “gioventù meravigliose” che ora vorrebbero cancellare il ricordo delle loro violente azioni. E che oltre 40 anni non hanno assolutamente cancellato.
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