L’Argentina di Milei continua nel suo cammino deciso dall’elezione del Presidente libertario e che, per la prima volta negli ultimi 50 anni, viene seguito a livello mondiale e preso come alternativa al fallimento delle politiche sia di una ex sinistra ora radicalchic ztl pensiero unico che di una destra che ha in pratica disilluso chi l’aveva votata pensando in un drastico cambio di politiche.
I risultati si iniziano a vedere soprattutto nell’economia, con una brusca discesa dell’inflazione passata dal 25,5% del mese di dicembre 2023 al 9% di questo mese: un risultato quasi storico, come quello del dato sul rischio Paese che è calatalo di un 30% e si avvicina alla zona che notoriamente apre i mercati di una nazione al mondo, promuovendo investimenti economici notevoli.
Bisogna dire che, in contrapposizione a questi indubbi successi, che sono parte di un processo profondamente studiato e applicato, si registrano dati di segno opposto nella microeconomia, visto che i prezzi nelle catene di supermercati ma anche nell’economia generale hanno subito aumenti stellari al punto, in molti casi, da superare i valori di mercato sia europei che statunitensi, ma con livelli salariali più bassi di circa il 60%.
Tanto per fare un esempio, una semplice lattina di olio di oliva (di cui l’Argentina è uno dei massimi produttori nella regione latinoamericana e che fino a pochi anni fa esportava addirittura in Italia) vale oggi circa 20.000 pesos che, calcolando un cambio del dollaro di circa 970, equivale a 20. Un prezzo assurdo, come tantissimi altri, che sono frutto di oligopoli commerciali che hanno continuato ad agire come se l’inflazione fosse rimasta quella dello scorso anno e, a proiezione, il dollaro venisse calcolato a circa 2.800 pesos.
Il mercato interno ha quindi subito un calo improvviso e la situazione sta iniziando a essere molto preoccupante, anche perché con la sua liberalizzazione dovuta alle politiche attuali pure il fortissimo mercato delle assicurazioni private sulla salute ha subito un’impennata di circa il 300% in un paio di mesi. Solo che qui il cambio fasullo operato nell’alimentare non c’entra nulla. Gli aumenti si sono concretizzati dopo il blocco dei prezzi che era stato deciso dal Governo precedente e contemporaneamente a tagli notevoli nella sanità pubblica a causa della mancanza di fondi per poterla potenziare (vi ricorda qualche altro Paese?): ma anche in questo caso è avvenuta una contrazione del mercato che ha portato alla rinuncia massiva dei contratti assicurativi che, nella gran parte dei casi, hanno raggiunto un costo mensile di circa 500.000 pesos. In pratica il valore di interi stipendi della maggior parte dei lavoratori.
Per le assicurazioni si è trattato di un guadagno notevole visto che le rinunce sono arrivate nella maggior parte dei casi da persone o famiglie di una certa età: quelle che nella pratica sono fisicamente più vulnerabili e quindi rappresentano un costo di prestazione molto elevato rispetto ai giovani o alle classi più abbienti che possono permettersi di pagare le stellari tariffe.
In poche parole questa situazione sta provocando gravissimi problemi e rischia di diventare esplosiva, contraddicendo il Milei pensiero nel quale emerge il principio di un mercato che si regola da solo: ed è per questo motivo che il ministro dell’Economia Toto Caputo, dopo aver tirato fuoco e fiamme contro i cartelli settoriali che però sono sempre esistiti, ha convocato i loro rappresentanti chiarendo da una parte il concetto che per libertà di mercato si intende una libera concorrenza ma anche ricordandogli che l’Argentina dispone da anni di leggi che regolamentano i settori commerciali impedendo la nascita di certe alleanze che hanno lo scopo di monopolizzare. Per questo ha non solo annunciato la loro applicazione immediata, ma anche multe salatissime che colpiranno i vari settori qualora non adeguino costi e tariffe alla situazione reale, cosa che ha di fatto provocato un improvviso calo dei prezzi, anche se solo attraverso promozioni e sconti improvvisamente apparsi sul mercato.
Non resta che attendere risultati più profondi, ma il fatto, anzi i fatti, fin qui descritti dimostrano quanto avevamo già scritto in articoli precedenti e pure un tale Adamo Smith anticipato nel 1784: senza leggi adeguate che regolano la società a livello sia morale che etico il rischio di pericolosissime crisi è dietro l’angolo.
E qui tocchiamo un altro punto importante: l’Argentina dispone di un repertorio legale in grado di eliminare le varie distorsioni del sistema e di combattere pure la criminalità organizzata e la corruzione in maniera anche drastica. Ma se le azioni dei vari Ministeri e le indagini che da lustri rivelano, spesso giornalisticamente, i drammi del Paese non dispongono di una giustizia indipendente in grado di emettere sentenze e condannare i responsabili dei delitti senza guardare in faccia a nessuno, tutti gli sforzi fin qui realizzati o a futuro per impostare un cammino di benessere comune in un Paese ricchissimo, ma con una povertà che arriva al 50%, sono inutili.
E finora l’Argentina ha disposto di una giustizia purtroppo un tot al chilo da sempre legata ai vari carri politici del potere: questa è una delle ragioni, se non la principale, del voto di protesta che il 19 novembre dello scorso anno ha urlato basta ad un sistema che la governa da 50 anni.
Per questo è stato scelto un Presidente libertario e quindi fuori dagli schemi politici fallimentari che hanno portato il Paese nel baratro. Ma purtroppo Milei sta commettendo un errore (questa volta non in economia) che ha scatenato una polemica fortissima tanto a livello politico (tra i suoi alleati) che sociale, proponendo il nome del giudice Ariel Lijo per integrare la Corte suprema di Giustizia in sostituzione della dimissionaria Elena Highton de Nolasco. Si tratta di un personaggio che nel corso della sua carriera ha generato importanti polemiche per sentenze giudicate negativamente, fatti che hanno provocato proteste rilevanti nell’intero arco giudiziario, che considera la proposta presidenziale come una sostanziale continuazione di una giustizia “fai da te” invece che come inizio di un’indipendente.
In pratica una decisione ben poco “libertaria” e più aderente al nefasto passato che si vuole cambiare: ora la decisione finale spetta a un Parlamento la cui maggioranza è saldamente nelle mani di un’opposizione legata all'”ancient regime” di cui Lijo è rappresentante. Molti sospettano che l’ombra di Cristina Fernandez de Kirchner, in procinto di affrontare diversi processi, aleggi ancora nella Casa Rosada…
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