Nella sua ultima visita in Italia si è assistito a un processo di “santificazione” politica del Presidente argentino Javier Milei: diversi leader nostrani hanno fatto a gara e questa volta si sono sommati a un pubblico che vede nella sua figura un mito simile a quello di una rockstar, con scene di fans che fin dal mese di febbraio (sua prima visita nel nostro Paese) lo bloccavano per ottenere un selfie, quasi si trattasse, lo ripetiamo, di una star della musica. Ma ora ci si è spinti più in là, e abbiamo veramente toccato il limite del grottesco per due motivi.
In primis, una cittadinanza express attribuita sia a lui che alla sorella in soli due giorni e senza che ufficialmente ne fosse fatta richiesta. Quindi, la beatificazione pura, per una domanda posta al Presidente argentino: gli è stato chiesto se, nel caso che Giorgia Meloni diventasse presidente della Repubblica, accetterebbe da lei l’incarico di Primo ministro italiano, quesito che ha trovato una risposta affermativa.
Ma andiamo per ordine, pardon disordine visto il livello a cui siamo arrivati: fermo restando che il nonno dei Milei aveva origini calabresi e che quindi il Presidente argentino e la sorella rientravano in una discendenza diretta, ha fatto scalpore lo scandalo messo in piedi da un’opposizione che ormai non sa più a che Santo votarsi, visto che è insorta contro questa decisione, paventando il fatto (reale però) che se una persona nasce nel nostro Paese da genitori stranieri, ci vive, studia e parla spesso meglio l’Italiano di noi (figurarsi degli italiani farlocchi in giro per il mondo con cittadinanza express) deve attendere il compimento del diciottesimo anno di età per ottenerla.
È chiaro che si tratta di una distorsione gigantesca e una delle tante falle che pesano su di un’italianità che ancora si basa su decreti del 1895 oppure su sentenze che la danno a persone i cui avi nacquero nel 1783 o giù di li, ma il fatto è che in tutti questi anni nessuno aveva pensato a questo, tuttavia magicamente ora che è stata concessa a Milei tutti sbraitano.
E allora verrebbe da pensare di rivolgersi ai cari signori che occupano scranni in Senato o in Parlamento, ma pare vivano in un’orbita di Saturno talmente sono lontani dalla realtà del Paese, di mettere in moto non solo un riconoscimento della cittadinanza ridotto a cinque anni di residenza effettiva (occhio alle farloccate come quelle accadute su pensioni e Reddito di cittadinanza), ma anche altre decisioni sacrosante come limitare il diritto alla seconda generazione (come fanno molte altre nazioni) e con una conoscenza reale della lingua. Inoltre, per evitare il susseguirsi di elezioni colme di brogli di vario genere, limitarne la partecipazione a organizzazioni che si occupino di italiani nel mondo con sede in Italia e riconosciuta traiettoria nel nostro Paese, visto le pessime esperienze vissute finora.<
Inoltre, come accade in molte altre nazioni, al compimento del diciottesimo anno di età il cittadino deve decidere per quale cittadinanza optare, visto che una norma pure dell’Ue è palesemente contro le doppie cittadinanze.., che difatti non vengono date proprio nei Paesi dai quali provengono la maggior parte degli italiani made in Sudamerica (oltre al fatto che bisogna dimostrare 15 anni di residenza con lavoro incluso).
Ma, come dicevamo, la nostra generosità ormai arriva al punto non solo di offrire passaporti a gogò, ma pure cariche politiche un tot al kilo, come quella inclusa nella comica domanda rivolta a Milei: un personaggio che, seppur abbia raggiunto nel giro di un anno risultati notevoli nella sua Argentina, specie nell’economia macro, con la riduzione non solo dell’inflazione a livelli mai visti (anche mensili) da decenni, ma anche (almeno secondo i dati non solo governativi ma pure della Uca, Università cattolica argentina) a livello di percentuale di povertà, che è diminuita al 38,9% dal 44% di quando si era insediato alla Presidenza, ha ancora logicamente molto da fare.
Tuttavia, come abbiamo già scritto, ovviamente non è tutto oro quello che luccica: i prezzi al consumo sono a livelli siderali, la lotta alla corruzione non registra elementi significativi a livello legislativo e la giustizia indipendente tanto sbandierata in campagna elettorale non si vede.
Quindi, la domanda ha un doppio sapore amaro: quello di un sostanziale deprezzamento di una carica importante della nostra Repubblica e ancor più la dimostrazione che, dietro questo quesito, c’è una politica che in generale si è rivelata negli anni incapace di non dico di risolvere, ma persino di conoscere i reali problemi di un’Italia ormai in caduta libera in tutto, dove ormai non esistono più statisti ma solo personaggi che godono di stipendi stellari in una nazione che ha quelli più bassi di tutta l’Ue e circa 11 milioni di persone che rischiano (dati Istat) di finire in povertà: ma anche con un mondo mediatico che li supporta da troppi anni e che mette al centro dell’informazione stupidate che solo pochi anni fa non sarebbero nemmeno entrate nel gossip. Povera Italia!
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