L’Argentina che si sta avvicinando alle elezioni presidenziali in programma il 22 ottobre è ormai un Paese che ha superato abbondantemente l’orlo del precipizio ed è in continua discesa. Il dato più tragico è quello di un’inflazione che ha superato il 150% (peggio del Venezuela), con il dollaro oltre i 1.000 pesos e una povertà che ha raggiunto la metà dei suoi abitanti: a questo bisogna aggiungere 5 milioni di indigenti e un 70% di povertà infantile.
Numeri disastrosi che rappresentano il prodotto del clamoroso errore che si ripete ormai da 50 anni, ossia quello di una popolazione che continuamente crede nelle favolette del peronismo con bacchetta magica in grado di riportare la gente al benessere nell’arco massimo di due anni: cosa che ovviamente, raggiunto il potere, non avviene, anzi si creano le condizioni per situazioni disastrose.
La cosa incredibile riguarda una classe media che in parte anche nel 2019 ha abboccato all’amo della soluzione facile, mettendo il Paese nelle mani del peggior Presidente della sua storia che l’ha rapidamente portata al disastro attuale: Alberto Fernandez. Altro aspetto che può apparire farsesco è che, seppur nelle tragiche condizioni attuali, una buona parte degli argentini fa registrare record di presenze all’estero e non solamente per fuggire spesso definitivamente dal loro Paese di origine, ma soprattutto per trascorrere dispendiosissime vacanze in luoghi tutt’altro che economici. Chi scrive è testimone, attraverso le dichiarazioni di molti operatori turistici italiani, del record di presenze mai così alto che ha investito l’intera stagione estiva e che continua senza sosta anche in ottobre, comprendendo anche il settore crocieristico. La ragione, visto che le persone non possono di certo essere definite benestanti, risiede nel fatto che nella tragedia attuale si preferisce “investire” i propri risparmi nei viaggi anziché aspettare che l’inflazione pazzesca li corroda a velocità stratosferica.
Nel frattempo le classi meno abbienti iniziano a ricevere doni dai candidati peronisti che si riassumono non solo nell’elargizione a man bassa di sussidi, ma anche, come tradizione, nel regalare elettrodomestici a tutto spiano… pure se spesso le famiglie che le ricevono non hanno energia elettrica: insomma, quello scambio che, specie in questi ultimi vent’anni, ha sempre contraddistinto il peronismo nelle tornate elettorali.
Secondo i sondaggi cresce ogni giorno di più la candidatura di Patricia Bullrich, esponente del partito di opposizione Juntos por el Cambio, mentre diminuiscono i consensi sul famoso terzo incomodo “trionfatore” delle primarie: quel Javier Milei leader di “Libertad que avanza” che, dopo il successo elettorale, ha inanellato una serie clamorosa di errori e in pratica, come sostenevamo recentemente, si è scoperto l’ennesimo bluff orchestrato dal peronismo, visto che, alla fine, Milei ha incluso nel suo staff non solo collaboratori di Sergio Massa (attuale disastroso ministro dell’Economia e candidato per il peronismo alle elezioni), ma ha anche stretto accordi con esponenti del potere sindacale mafioso da sempre alleati importantissimi del “peronismo di turno”. Da notare che Milei, nel corso della sua precedente campagna elettorale, aveva chiaramente “urlato” di voler eliminare questi due settori che ora ha inglobato nel suo partito.
Come si vede una situazione ingarbugliata la cui soluzione entra ormai non solo in vere politiche di crescita economica e nell’instaurazione, finalmente nel caso di vittoria di Bullrich, di una Repubblica con uno Stato di diritto e una Giustizia indipendente: l’Argentina in questi ultimi mesi ha compiuto delle scelte di politica Internazionale che dovranno essere ribaltate totalmente.
In primis l’uscita dal gruppo Brics nel quale Alberto Fernandez l’ha immessa e poi un totale ribaltamento delle sue politiche, visto che, sempre a causa del Governo peronista, il Paese ha abbracciato le scelte del populismo latinoamericano che sono in totale disaccordo con il mondo occidentale.
Resta da capire come quest’ultimo, che sta attraversando una crisi epocale sotto ogni aspetto, saprà finalmente fornire non solo alla “nuova” Argentina, ma pure ad altri Paesi latinoamericani, quell’aiuto che consiste finalmente in relazioni bilaterali concrete. Perché l’America Latina ha estremo bisogno di essere considerata in maniera diversa e che venga capita la sua importanza nelle strategie sia politiche che economiche, fatto che sicuramente potrà aiutare l’Occidente a trovare una via d’uscita concreta anche alle sue problematiche attuali.
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