Uno scandalo le cui proporzioni sono ancora da definire è scoppiato in Argentina, coinvolgendo in prima persona Javier Milei che, forse senza capire ancora molto bene cosa voglia dire essere Presidente di una nazione, è caduto in una manovra talmente incredibile e assurda che all’inizio si era pensato addirittura che tutta la questione fosse responsabilità di hacker.
Riassumendo: tutti sanno di come Milei passi moltissimo tempo sulla piattaforma X di proprietà di Elon Musk, di cui è amico carissimo. Forse troppo, al punto di ricevere moltissime e giustificate critiche per un uso dei social esagerato. In un’occasione ha sostenuto attraverso i suoi account, facendo una sorta di pubblicità, una criptovaluta chiamata $LIBRA, prodotta da una società chiamata KIP Protocol. Nel suo post scriveva: “L’Argentina liberale cresce. Questo progetto privato sarà dedicato a incentivare la crescita dell’economia argentina, ancorando piccole aziende e imprese argentine. Il mondo vuole investire in Argentina”.
In parole povere il valore di questa valuta è arrivato a livelli stellari, anche a causa dell’involontario “aiuto” presidenziale, ma in poco tempo le quotazioni facendo perdere cifre importanti ai suoi investitori. Una truffa bella e buona, insomma.
Si è trattato di un’assurdità che dimostra due cose: in primo luogo quanto, in assenza di controlli, la liberalizzazione sfrenata possa creare danni giganteschi che possono, a lungo andare e se non si prendono gli opportuni provvedimenti, arrivare a danneggiare economicamente un Paese.
La seconda è che, sebbene il Presidente in poco tempo abbia in effetti cancellato il suo post, asserendo di non avere nessuna connessione con l’iniziativa, il sasso era stato lanciato nello stagno e i danni ormai erano sotto gli occhi di tutti, soprattutto dei detrattori politici dell’attuale Governo, che si sono subito scagliati all’attacco con roboanti dichiarazioni contro Milei.
Ora viene in mente un detto che si può enunciare nella famosa frase “Il bue che dà del cornuto all’asino”, visto che il fronte che si oppone all’attuale Esecutivo è in pratica quello perokirchnerista, responsabile non solo di gran parte delle crisi che hanno afflitto l’Argentina fin dal 1947, ma anche, con l’avvento del kirchnerismo dal 2003, della corruzione più grande mai vista nel Paese.
Il fatto accaduto potrà avere conseguenze gravi nell’attuale potere politico che già soffre di divisioni interne importanti, ma potrebbe rivelarsi anche uno schiaffo in grado di svegliare Milei facendogli finalmente capire che, più in là dei suoi successi sul fronte dell’inflazione, lo Stato deve sì garantire la libertà del mercato, ma solo attraverso regole severe che impediscano manovre come quella che abbiamo descritto.
E sopratutto che l’Argentina deve assolutamente puntare alla creazione di una vera Repubblica che instauri una giustizia finalmente indipendente in grado di operare a tutti i livelli senza derive politiche come è accaduto e purtroppo sta ancora accadendo, visto che è risaputo che la nomina del discusso giudice Ariel Lijo alla Corte Suprema provocherebbe un appoggio incredibile a quel kirchnerismo al quale è sempre fedele e di conseguenza un rallentamento sine die dei vari processi che coinvolgono sia l’ex Presidente Cristina Kirchner che altri membri dei suoi Governi oppure alla cancellazione degli stessi.
Nel frattempo la sorella del Presidente, Karina Milei, attuale segretaria di Stato, continua a cambiare i componenti dello staff presidenziale con il rischio finale di indebolire un Governo che, alla fine, non conterebbe più, come sta già accadendo da tempo, sull’appoggio del Pro, il movimento dell’ex Presidente Mauricio Macri, la cui alleanza alle ultime elezioni con Lla (Libertad que avanza, il gruppo di Milei) aveva portato alla Casa Rosada l’attuale Presidente.
Ma ormai, specie dopo le indagini che sicuramente verranno fatte sull’episodio del supporto presidenziale a una criptovaluta (fatto già di per sé assurdo), è giunta l’ora di un deciso colpo di timone da parte di Milei per la creazione di un programma che, attraverso un’alleanza per ora perduta, possa finalmente muovere dei passi concreti per un significativo miglioramento e rafforzamento di un Paese che in teoria dispone di tutti i numeri per trasformarsi in una potenza economica notevole, ma che deve sotterrare definitivamente gli harakiri continui per trasformarsi finalmente in una vera Repubblica, mettendo da parte ambizioni personali che, se continuassero, riporterebbero un passato che sembrava ormai arrivato alla sua fine.
E ciò potrà accadere se Milei si trasformerà in un vero Presidente, lontano dalle inutili beghe che sono il pane quotidiano del mondo social.
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