Mentre l’Argentina naviga nel baratro più grande dalla sua storia e ormai è a un passo dall’ennesimo default, si è finalmente aperta una delle tante cause nelle quali è implicata la Vicepresidente (ma Presidente di fatto) Cristina Fernandez de Kirchner: quella chiamata “della viabilità” perché analizza tutto il periodo nel quale sia suo marito (il defunto Nestor Kirchner) che lei (quindi dal 2003 al 2015) sono stati Presidenti dell’Argentina e hanno, secondo l’accusa, messo in piedi un sistema di corruzione che, complessivamente, secondo i calcoli del Presidente dell’Associazione dei periti contabili ed esperto certificato in frodi, Alfredo Popritkin, ammonta a una cifra tra i 20 e i 30 miliardi di dollari (come dichiarato nell’intervista al Sussidiario).
Nella causa attuale, diretta dal magistrato Luciani che da più di una settimana ha iniziato ad esporre tutta la immensa documentazione che illustra gli illeciti, e che ciinvolge altri 12 funzionari, si è indagato su come le opere pubbliche nella Provincia di Santa Cruz (feudo kirchnerista) siano state arbitrariamente affidate solo all’impresa di un “costruttore”, tale Lazaro Baez, non solo con lucrosi sovrapprezzi, ma anche con opere sempre anticipatamente pagate interamente dallo Stato e mai eseguite.
La cifra è di 3.500 milioni di dollari, quindi colossale: ma in questa ennesima causa quello che colpisce è come un semplice impiegato di una Banca della Patagonia, che appena viveva del suo misero stipendio, nell’arco di pochissimo tempo sia diventato padrone di un’impresa di costruzioni, possegga una grande quantità di proprietà e territori e abbia accumulato ricchezze depositate spesso all’estero. In pratica ormai da anni si sa che, come nel caso del suo autista e del giardiniere (ambedue imprenditori di “successo”) Baez rappresenti in verità un prestanome, e anche il più importante, creato da Nestor Kirchner.
In molti si chiederanno come mai si sia iniziata questa causa, giacché Cristina dovrebbe essere protetta dall’immunità parlamentare: ma la legge Argentina non prevede questo per alcune cariche dello Stato (inclusa la vicepresidenza) o almeno la causa in questo caso può iniziare e svilupparsi nel suo insieme. All’atto della sentenza, se verrà emessa una condanna (si pensa a un massimo di sei anni) a questo punto cadrà integralmente ogni protezione e la Kirchner non potrà più esercitare nessuna carica politica.
Secondo quanto ci riferisce Daniel Santoro, uno degli storici giornalisti d’inchiesta argentini, “le prove sulle manovre di indirizzamento delle gare di appalto sono chiare: la metà delle opere richieste non è stata mai terminata ed è stata pagata con sovrapprezzi che arrivano fino al 68% del loro valore e anche senza nessun controllo sui lavori. Per questo i capi di accusa di cui Cristina è accusata sono fondamentalmente 3: capo di una associazione a delinquere, non compimento dei doveri di funzionario pubblico e truffa allo Stato”. “È anche chiara -prosegue Santoro – la responsabilità dei Dirigenti della viabilità Nazionale, dei Segretari alle Opere pubbliche e anche del Ministro”.
Vista la mole dei documenti in suo possesso, il processo di accusa del Magistrato incaricato nel dimostrare la partecipazione di Cristina alla manovra dura da giorni. E le trasmissione dal vivo delle sue accuse viene seguita come una telenovela da moltissimi argentini, anche se la difesa dell’imputata ha tentato finora di fermarle. Uno dei tanti casi curiosi è quello del Presidente argentino Alberto Fernandez che, come i lettori del Sussidiario sanno, negli anni passati aveva mosso tutte le accuse possibili contro la Kirchner, ma poi, alla fine, si presentò come candidato alla Presidenza, nelle elezioni che vinse nel 2019, con il movimento “Frente de Todos” che raggruppa peronisti e kirchneristi.
Chiamato a testimoniare nella causa, l’ex grande accusatore ha letteralmente ribaltato anni di accuse, ritenendo Cristina Kirchner assolutamente sollevata da ogni responsabilità di questo processo. Ricordiamo che delle dieci cause che la citano, ben cinque sono state respinte dal Tribunale Orale numero 5 della località Boarense di Comodoro Py. È ovvio che in questi anni sono state esercitate immense pressioni per impedire lo svolgimento dei processi e tentare di annullarli, ma anche così ora l’attuale Vicepresidente è chiamata a rispondere, escluso l’attuale, in altri quattro processi.
C’è da dire che ormai lo stesso Frente de Todos si sta spaccando in vari gruppi, non tutti favorevoli all’impunità del kirchnerismo, soprattutto per la catastrofica situazione attuale e l’incapacità ormai storica, dimostrata dal Presidente, di promuovere quel cammino alla prosperità promesso e mai mantenuto in questi anni. È per questo che, lo ripetiamo, le elezioni in programma nel 2023 potranno radicalmente cambiare un Paese che da troppi anni passa da una crisi all’altra.
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