La notizia dell’arresto dei 7 ex terroristi BR in Francia è passata in Argentina sotto un silenzio tombale, e la cosa ha sicuramente molte spiegazioni collegate con una nazione che ha trattato gli anni ’70, per lei disastrosi, in maniera falsa. Al punto che ancor oggi molte generazioni di giovani pensano ai miti di quegli anni non come qualcosa di tragico, bensì con un senso di esaltazione che in molti credono di poter emulare ai giorni nostri.



Questo perché, come già enunciato, nel 2003 l’arrivo alla Presidenza di un già corrotto Nestor Kirchner aveva bisogno, con solo il 21% dei voti, di un consenso più largo, ottenuto attraverso la coercizione di vari movimenti “per i diritti umani anni ’70” (Madri e Nonne di Plaza di Mayo, per intenderci) con altri della sinistra più marcata e con un mondo “intellettuale” falsamente progressista sempre pronto a cavalcare battaglie, ma anche ligio a principi proletari, quali ad esempio rifugiarsi sempre in quartieri lussuosi.



Confesso che, avendo vissuto gli anni ’70 in modo profondo, sentire certe giustificazioni sulla cosiddetta “dottrina Mitterand” mi fa rabbrividire e di molto, anche perché dimostra di come al mondo esistano certe classi che giustificano la violenza e gli omicidi in nome di un senso di una giustizia che veramente, anche con il trascorrere degli anni, mi appare squallido nel suo insieme. Una Giustizia con la G maiuscola persegue coloro che la violano nel tempo, perché i reati vanno pagati con le giuste condanne che sono state date a chi ha ucciso persone spesso innocenti in nome di ideali che si basavano proprio sulla violenza.



Una società, una Repubblica che si rispetti e una Democrazia non possono passare sopra questi principi, altrimenti si finisce col ripetere pagine tragiche della Storia: come è accaduto in Argentina, dove uno Stato che si è macchiato in quegli anni, attraverso una dittatura militare, di oltre 8.300 sparizioni non può assolutamente giustificarne gli autori, così come però doveva perseguire coloro che sono stati compartecipi di una vera e propria guerra civile in cui il verbo della violenza, tra il 1969 e il 1975, ha provocato 1.800 morti tra i civili, ferito spesso in modo grave 17.000 persone, lanciato 4.000 bombe e compiuto 13.000 attentati che, alla fine, sono stati la vera causa che ha chiamato i militari al potere.

Invece no: mentre la violenza militare è stata giustamente condannata, quella del terrorismo ha provocato non solo indulti, ma anche una pericolosissima deriva di esaltazione del triste periodo che fa il paio con molti giudizi apparsi in questi giorni dopo gli arresti annunciati.

Perché poi il calcolo politico porta, come nel caso argentino, a falsare la storia e presentarla come una disputa tra i buoni e i cattivi, ambedue armi alla mano, come se la democrazia fosse lo scopo della lotta dei primi (terroristi) contro i secondi (militari), quando invece è ampiamente dimostrato che il terrorismo ebbe finanziatori tutt’altro che democratici (nel caso latinoamericano la defunta Urss attraverso Cuba e i servizi segreti cecoslovacchi come registi).

E così, per mero calcolo e per poter portare avanti una corruzione tra le peggiori della storia argentina, si è arrivati al punto di mentire spudoratamente e far passare la violenza di gruppi armati come giustizia sociale. Lo stesso Nestor Kirchner, arricchitosi attraverso alleanze con i militari al potere negli anni Settanta e che come Governatore dello Stato patagonico di Santa Cruz non ha mai organizzato nemmeno una manifestazione per i diritti umani, appare di colpo (insieme alla moglie Cristina) come un eroe della lotta di popolo e incita i giovani ad aderire ai mitici anni che definisce “della gioventù meravigliosa ” proposti come esempio da seguire, coinvolgendo allo stesso tempo le “ex” organizzazioni umanitarie in scandali di corruzione notevoli, anche questi lautamente documentati.

E così a ex terroristi vengono riconosciuti risarcimenti milionari mentre le loro vittime non sono degne nemmeno di essere ricordate, e cadono nell’oblio totale di una società che dimentica in fretta, pronta a giustificare le enormi crisi del Paese dando la colpa alla finanza internazionale e al liberalismo, convocando alla fine al potere sempre chi, alla fine delle poche lucide analisi, queste situazioni le ha provocate per arricchimento di una oligarchia che di “nazionale e popolare” non ha proprio nulla.

E la dimostrazione sta anche nell’affrontare le emergenze come quella attuale sanitaria, dove l’attuale Governo finora è riuscito nell’impresa, attraverso la quarantena più lunga del mondo (senza però operare test e vaccinazioni di massa) di far classificare l’Argentina al terzultimo posto al mondo per i provvedimenti effettuati contro il Covid-19. Ed ecco che la seconda ondata (abbondantemente annunciata) ha provocato solo i soliti provvedimenti repressivi che hanno portato non solo un’economia già disastrata di suo al collasso, ma anche all’estendersi del virus.

Non voglio infierire oltre, però queste sono le conseguenze che poi capitano ai Paesi che, falsando la loro storia, pretendano di giustificare la violenza di anni bui e riescano velocemente a scordarsi del passato eliminando la memoria che con il trascorrere degli anni, attraverso una Giustizia efficiente, riesca a non far ripetere errori. Con buona pace della “Dottrina Mitterand” e dei diritti di asilo che sono sacrosanti nei confronti di vittime ma non di carnefici.

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