L’Argentina di Milei sta attraversando un periodo nel quale, come lo stesso Presidente aveva annunciato nel suo discorso d’insediamento alla Casa Rosada, si prosegue in una crisi soprattutto di consumi, mentre le cifre sia a livello macro che micro inerenti all’inflazione sono da record storico al ribasso. Ovviamente i “soliti noti” (anche a livello mediatico) legati al perokirchnerismo continuano a dipingere la situazione in termini drammatici, citando ad esempio i pensionati che muoiono di fame e famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, dimenticandosi che proprio l’attuale baratro altro non è che la conseguenza di anni di gestione assurda praticata dai loro Governi, che però non hanno mai nemmeno fiatato (complici anche organizzazioni sindacali corrotte) nei periodi nei quali questi dati erano già evidenti e si sapeva che avrebbero avviato il Paese in una crisi epocale.
La ragione per la quale si sono scatenate proteste “teleguidate” è in verità molto semplice e ha a che vedere con l’interruzione di un gigantesco flusso di capitali statali nelle tasche di interi settori che nel corso degli anni hanno costruito la propria sopravvivenza su quei soldi, alimentando una serie spaventosa di scandali che, in parte già conosciuti da anni, sono ora arricchiti da nuovi, nei quali si scopre un’oligarchia che a parole predica manovre “nazionali e popolari” che poi alla fine arricchiscono solo gli appartenenti o legati al potere. Naturalmente ciò non toglie che, se si vuole accelerare la risoluzione della crisi, l’attuale Governo deve mettere in atto nuove misure facendo un po’ il mix tra il suo “liberalismo anarchico” e uno Stato che deve essere presenzialista per garantire in alcuni settori il necessario benessere, quali ad esempio la salute pubblica e l’istruzione, ma pure una giustizia indipendente e regole ferree in campo economico.
Abbiamo fatto una fotografia della situazione parlandone con Maria Eugenia Talerico, avvocata penalista esperta in temi di integrità finanziaria, riciclaggio e finanziamento al terrorismo, da noi già interpellata in altre occasioni.
Come vede l’attuale situazione dell’Argentina?
L’Argentina in questo momento sta assistendo a uno scandalo molto grave di corruzione da parte dell’ex Presidente Alberto Fernandez, dove emerge uno stile di vita molto licenzioso con la presenza di molte donne anche quando il Paese stava vivendo le restrizioni del Covid che il Presidente imponeva alla gente ma che non rispettava. E così mentre molte persone non potevano vedere i loro morti per imposizione del lockdown lui riceveva le sue “amiche” anche nella casa di Governo e persino nel suo ufficio presidenziale. Il tutto fa parte di una cultura politica che il Paese vive da anni specialmente nel kirchnerismo che, a posteriori, ha tranquillamente affermato di conoscere da tempo tutta la questione, ma che ha circondato la cosa nel più rigoroso silenzio. Nel mezzo c’è una persona che ha subito le violenze e che era la sua compagna che, attraverso delle chat, poi diffuse e che hanno fatto scoppiare lo scandalo, informava i suoi collaboratori che però, ripeto, occultavano tutto. Stiamo parlando di una persona che, con un cinismo e un’ipocrisia molto importante, annunciava allo stesso tempo la creazione del ministero della Donna e politiche con prospettiva di genere che, evidentemente erano di una falsità e un’ipocrisia veramente importante davanti a persone che sapevano benissimo ciò che invece accadeva.
E cosa pensa del Governo attuale?
Il Governo di Javier Milei sta compiendo grandi sforzi per combattere l’inflazione, mentre altre variabili economiche continuano a dare problemi: devono essere quindi compiute riforme strutturali di fondo molto importanti che potrebbero generare un’instabilità e una perdita di fiducia sociale creando problemi con i Governi delle Province…
E per quanto riguarda la giustizia?
Milei si dimentica colonne importanti che possono aiutare lo sviluppo del Paese e migliorarne la situazione nel tempo: essenzialmente perché, come già sapete, continua a proporre un Giudice nella Corte Suprema di Giustizia, Ariel Lijo, persona che non genera fiducia e che è in pratica parte della casta corrotta. Però lo vogliono premiare con questa carica: ora la proposta è stata inviata al Senato e saranno i Senatori che rappresentano le Province a decidere che fare per raggiungere il quorum di due terzi che chiuderebbe la questione. C’è ovviamente una trattativa a livello politico tra la squadra di Governo e i Senatori, faccenda che ha nel mezzo la questione che, dopo il taglio dei fondi operato dall’attuale dicastero, aleggiano promesse di far arrivare i soldi e quindi poter risolvere problematiche, in cambio dell’appoggio al giudice kirchnerista. Il blocco dei finanziamenti era stato imposto per poter ottenere una pulizia dei fondi destinati specie dopo la quantità industriale di scandali che via via sono stati scoperti. Ora si baratta il loro ottenimento con il voto nella questione della giustizia e i Senatori, che dipendono in gran parte dai Governatori delle Province stesse, dovrebbero accettare questa condizione. E ci sono gruppi, sempre di senatori, amici di Lijo e legati a fazioni di potere economico molto importanti. La questione è quindi ancora aperta e secondo me la nomina di questo Giudice costituisce un grande problema per l’Argentina perché, come noto, i buoni giudici alla fine sviluppano questa loro onestà influenzando tutto il sistema, altrimenti si rischia di finire nell’esatto opposto di una giustizia indipendente di cui il Paese ha estremamente bisogno.
(Arturo Illia)
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