Nel 2020, dopo aver deciso la quarantena più restrittiva e lunga al mondo, risultata poi totalmente inutile perché non supportata da tests massivi che seguissero l’evoluzione della pandemia (che in una nazione dalle grandi distanze tra città si è diffusa enormemente e finora ha provocato oltre 5 milioni di casi, più che in Italia, e 105 mila morti in un Paese di 40 milioni di abitanti), il Presidente Alberto Fernandez ebbe a dichiarare che “chi viola la quarantena è una persona altamente pericolosa” e “agli idioti dico che l’Argentina dei furbi è finita”. Pensieri durissimi, quindi, contro chi violava le regole.
Peccato che però pochi giorni fa, per merito di una bravissima giornalista indipendente televisiva, Guadalupe Vázquez, siano state diffuse foto di una folta riunione di persone per festeggiare il compleanno della moglie del Presidente: era il 14 luglio del 2020, quindi in piena quarantena stretta, anzi strettissima, allorquando i parenti non potevano incontrare i loro cari negli ospedali o erano costretti a non poter vedere e piangere i loro morti per Covid (e altro). Bene, in quel periodo proprio il primo cittadino della “Repubblica argentina” (sic) violava apertamente le regole da lui stesso imposte, alla faccia di una popolazione che le subiva in silenzio.
Dopo una prima smentita, ovviamente attraverso la parte della stampa amica, è invece arrivata la conferma con delle scuse da parte dell’interessato che ha però comicamente scaricato la colpa sulla moglie che aveva organizzato il party. La società ha reagito con estrema rabbia all’ennesima bugia di quello che viene definito “il peggior Presidente della storia argentina”, che purtroppo dal giorno della sua elezione ha disatteso continuamente le aspettative e le promesse fatte in campagna elettorale, riuscendo nell’impresa di far rimpiangere il suo predecessore (Macri) e portando l’Argentina a una crisi che, per ora, ricorda molto la ripetizione del tragico dicembre 2001, ma che ha tutte le caratteristiche per superarla.
Il lato peggiore delle sue disgraziate politiche, Fernandez (che, come i lettori del Sussidiario sanno, più che Presidente si comporta da Segretario della sua Vice, Cristina Kirchner) lo ha sicuramente raggiunto con la pandemia, prendendo decisioni totalmente sbagliate, che hanno raggiunto il vertice nel processo di vaccinazione: dopo aver rifiutato le proposte di Pfizer, principalmente perché il kirchnerismo non sopporta l’idea di comprare vaccini provenienti dal “capitalismo” statunitense, si è rivolto alla Russia di Putin, con la quale ha firmato un contratto principesco (profumatamente pagato) per il vaccino Sputnik.
E così sono iniziati i voli epici della compagnia aerea nazionale Aerolineas Argentinas, febbrilmente seguiti dalla stampa, per portare (a botte di circa 350.000 dosi a volo!) il medicamento dalla lontana Mosca. Poi però, una volta finite le dosi, al richiederne le seconde l’Istituto Gamaleya che le produce ha fatto sapere di non poterle fornire: questo poco simpatico scherzo ha lasciato nel totale abbandono persone, spesso anziane o deboli, che, non avendo ricevuto la seconda dose, hanno contratto il Covid e spesso sono morte. Si è calcolato che il frutto di tale operazione meramente politica e ideologica d’altri tempi abbia provocato il decesso di migliaia di persone. Solo recentemente hanno potuto essere completate le vaccinazioni con una seconda dose di vaccino…Moderna, regalate nel quantitativo di più di 3 milioni (trasportate in soli due voli) dai tanto odiati Stati Uniti.
Ma torniamo alla fiesta di compleanno e alle sue conseguenze. Si è scoperto poi che nel periodo di quarantena stretta Fernandez riceveva alla Casa Rosada o alla residenza presidenziale di Olivos decine di persone senza nemmeno usare la mascherina, tassativamente obbligatoria per i comuni mortali.
Alla rabbia di gran parte della popolazione è seguita una richiesta di giudizio politico da parte dell’opposizione per violazione del decreto imposto dallo stesso Fernandez: l’incredibile richiesta di scuse fatta colpevolizzando la moglie dell’accaduto ha provocato reazioni curiose, come quella del canoista argentino Ariel Suarez che, per potersi allenare in vista delle Olimpiadi, aveva violato le regole ed era stato multato: “Alberto, non è stata colpa mia andare a remare. La colpa è della mia canoa che voleva rinfrescarsi e bagnarsi nel nostro bellissimo delta del fiume”, chiara e ironica allusione allo scarico presidenziale di colpa sulla moglie.
Il giudizio politico potrebbe terminare con un’ovvia (una Repubblica normale lo farebbe) richiesta di dimissioni, ma qui nel viceregno argentino la cosa rischia di passare senza conseguenze, visto anche che la coalizione di Governo, in un primo momento divisa sull’accaduto, pur prendendo le distanze, sta di fatto giustificando l’errore presidenziale. Non dimentichiamoci che in caso di dimissioni di Fernandez subentrerebbe in carica la sua vice Cristina, che in un primo momento si era scagliata contro il suo Presidente, ma poi ha tirato i remi in barca ricordandosi che, ingigantendo il caso e provocando proteste popolari, Fernandez si dimetterebbe, ma, come nel caso di De La Rua nel 2001, alla fine si potrebbero anticipare le elezioni presidenziali e, visto anche quelle politiche previste il 14 novembre di quest’anno, quasi sicuramente metterebbero alla Casa Rosada un Presidente dell’opposizione e quindi Cristina Kirchner avrebbe grandi possibilità di dover finalmente affrontare gli oltre 10 processi che l’attendono, perdendo l’immunità politica che la protegge.
Molti di voi si chiederanno dove un dicastero tanto disastroso possa ottenere consensi, e qui giova ricordare che su una popolazione, lo ripetiamo, di 40 milioni di persone sparse in una superficie grande 10 volte l’Italia, ben 21 campano a spese dello Stato, specie attraverso la quantità industriale di sussidi elargiti e che occupano ben l’80% delle spese nazionali. Il tutto, ovviamente, costituisce il carburante che ormai da decenni rifornisce la macchina politica peronista e che è la causa principale della mancanza di sviluppo economico di una nazione che non è ricchissima: ha risorse immense, questo si, ma per poterle sfruttare occorre una cosa chiamata lavoro che in molti evitano di affrontare, preferendo la povertà e le regalie dello Stato, oltre a un costante riferimento al passato piuttosto che una veduta su un roseo futuro. Adesso capite come mai i 5 Stelle (alfieri in Italia del più becero populismo) attraverso il loro caudillo Grillo spingano tanto per il reddito universale o per un massivo e ridicolo “ius soli”?
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