Mentre gli indici dei prezzi in Argentina, come d’altronde l’inflazione, segnano una significativa discesa, almeno stando ai dati pubblicati,la situazione di Milei si fa sempre più piena di ostacoli, al punto che il Presidente argentino aveva in un primo momento rinunciato al suo previsto viaggio a Roma: poi successivamente confermato ma limitato a un incontro con la Premier Meloni, senza una partecipazione diretta al G7 come era previsto.
Questo per le continue critiche di un’opposizione alla sua politica che, non sapendo più a che santo votarsi a causa dei continui scandali che si scoprono, si è ora attaccata ai viaggi che il Presidente compie in questo periodo, creando un caso abbastanza curioso, ma che fa il paio con tutti i mezzi che il perokirchnerismo sfodera ogni qual volta non gestisce il potere: in pratica non lasciando che il suo sostituto lo possa esercitare. Una tecnica usata da sempre che contraddistingue l’anima sostanzialmente fascista di un retaggio politico vecchio ormai di 70 anni e che da lungo tempo ha trascinato l’Argentina nelle crisi più buie della sua storia.
E così mentre si accumulano le denunce continue dello scandalo sullo sfruttamento della povertà (che tocca ormai il 50% dei suoi abitanti) con l’ulteriore scoperta di migliaia di mense popolari che esistevano solo sulla carta, ricevendo sussidi dallo Stato, ma di fatto non operavano, ecco che scoppia lo scandalo della scoperta di tonnellate di generi alimentari pagati in passato dallo Stato stesso a prezzi incredibili e poi stoccate senza essere mai distribuite ai poveri.
Molte di queste derrate sono andate a male per la presenza di topi e di insetti nei depositi, ma il fatto è che ora la polemica investe l’attuale Governo, che però nei fatti non è responsabile di questo imboscamento, ma si trova anche parte della stampa contro con l’accusa di affamare i meno abbienti: allo stesso tempo il ministero del Capitale umano, attraverso la sua ministra, Sandra Pettovello, ha denunciato pubblicamente per i delitti di estorsione, coercizione aggravata e frode i responsabili dei centri sociali dopo che il giudice federale kirchnerista, Sebastian Casanellom aveva respinto una richiesta analoga fatta dalla ministra della Sicurezza Patricia Bullrich.
Insomma, il caso dello sfruttamento della povertà sta toccando vertici inaspettati come tanti altri di pura corruzione che hanno investito l’Argentina dall’inizio della presidenza di Milei, che finora non ha potuto governare come doveva per il semplice fatto che, per la prima volta dalla restaurazione della democrazia, i decreti presidenziali presentati non sono stati approvati: in pratica l’attuale Governo assomiglia a una potente vettura di Formula 1, in grado di vincere tutti i Gran Premi, ma alla quale non vengono forniti gli pneumatici per correre.
E questo la dice lunga su di una casta politica tuttora rinchiusa nella difesa dei propri privilegi e che recentemente ha votato un ulteriore aumento dei propri già succulenti salari, proprio per rimarcare la propria distanza dalla realtà di una nazione che sta uscendo, ma molto lentamente, dalla crisi terribile in cui è immersa. Ma mancando i decreti atti a instaurare misure ancor più valide per combatterla, di fatto allunga i tempi della crisi stessa, con il sogno di poter alla fine allontanare Milei dal potere.
Ogni scusa è buona ed ecco arrivare anche quella dei viaggi presidenziali, ennesima pietra tirata contro il Governo, che ha costretto in un primo momento il Presidente a limitare la sua presenza all’estero (anche per attirare i promessi investimenti stranieri che lui definisce nei suoi tour) onde poter affrontare una situazione interna sempre più complicata. Però con un ennesimo colpo di scena Milei ha appena confermato che invece il suo programma di viaggio a Roma, con partecipazione al G7 è confermato. Questo si deve a un intervento diplomatico molto forte da parte di personalità del ministero degli Esteri, che lo hanno convinto dell’importanza della sua partecipazione a una riunione di valore mondiale.
Di certo la presenza di Milei al G7 costituisce un’occasione importantissima di visibilità politica internazionale per il Paese, e, nonostante la grave situazione che si sta affrontando, che richiede ogni energia possibile per portare avanti i programmi stabiliti e operare i cambiamenti necessari nella squadra di Governo per raggiungere un’omogeneità di intenti che permetta di realizzare tutto nel più breve tempo possibile, il meeting globale che si svolge in Italia è troppo importante anche per raggiungere l’obiettivo delle politiche del Presidente.
Siamo quindi arrivati alla resa dei conti per sapere se l’Argentina potrà avere speranza di trasformarsi in una nazione progredita o dovrà continuare nella corruzione di Governi incapaci che hanno già distrutto, con politiche falsamente popolari, altri Paesi latinoamericani. Come già scrivevamo poco tempo fa, resta da vedere cosa accadrà dopo l’ormai quasi inevitabile cambio di potere alla guida degli Usa con la prevista vittoria dei Repubblicani e anche ciò che succederà nelle elezioni europee: due votazioni che potranno dare a Milei la spinta decisiva per realizzare il cambiamento tanto sperato e in cui la maggioranza della gente che lo segue spera ancora, nonostante l’inevitabile opposizione di un populismo che ama tanto i poveri da moltiplicarli.
Ma di certo tutta l’ingarbugliata situazione che ha circondato il suo viaggio a Roma pone l’accento su un cambio importante che Milei dovrà obbligatoriamente fare (pare lo abbia capito) se vorrà ottenere dei risultati nelle sue politiche: diventare più statista e meno influencer.
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