Che la problematica del Covid-19 sia stata affrontata in Argentina, al pari di tante altre problematiche nazionali, in forma disastrosa, i lettori del Sussidiario già lo sanno. Hanno fatto eco in tutto il mondo sia gli otto mesi di quarantena stretta (che costituiscono un primato mondiale) che il bassissimo numero di tamponi realizzati (solo 4 milioni), fatti che poi hanno provocato un altissimo numero sia di contagi (oltre un milione e mezzo) che di morti (41.763). Senza dimenticare, in piena pandemia, la decisione di tenere la camera ardente per la morte del campione Maradona direttamente in un edificio chiuso (la Casa Rosada, sede presidenziale) autorizzando altresì una presenza massiva di gente senza una minima organizzazione, decisione che ha trasformato l’evento non solo in un caos a livello sanitario, ma pure in termini di sicurezza, visto che sono scoppiati incidenti dovuti a scontri con la polizia, in tutta la zona.



Tutta la questione, insomma, è stata un disastro aumentato vieppiù (e qui arriviamo ai limiti delle comiche) da una presidenza che settimanalmente, almeno agli inizi della pandemia a marzo, organizzava conferenze stampa per elogiare i risultati delle sue misure criticando quelle messe in atto in altri Paesi non solo dove il fenomeno aveva raggiunto un’estensione notevole, ma usando dati falsi al punto da provocare ogni volta le smentite e stizzite reazioni delle varie Ambasciate.



Ma, dopo la debacle maradoniana, il Governo di Alberto Fernandez ha tirato fuori dal cappello un’altra delle sue sorprese: la firma del contratto con la Russia per la fornitura del vaccino denominato Sputnik in tempi brevi, permettendo l’inizio di una vaccinazione massiva già da dicembre, se non prima.

A parte il fatto che il medicamento russo nella pratica non viene usato da nessuno anche perché mancano le certificazioni che ne garantiscano gli effetti, al pari del vaccino cinese, ha colpito la rapidità con la quale tutta un’operazione di organizzazione certamente non facile pure nei Paesi più avanzati (figurarsi in uno dove nemmeno si riesce a organizzare una veglia funebre), è stata annunciata, visto che addirittura è partita una missione argentina capitanata funzionari del ministero della Salute verso Mosca per poi tornare con un primo grande quantitativo del medicinale e organizzare voli per il rifornimento.



Ma ecco che ancora una volta salta fuori il dilettantismo che finora ha contraddistinto l’operato del Governo: iniziano a serpeggiare voci che, insomma, il vaccino russo tanto sicuro non è. Tanto che poi le stesse si trasformano in una notizia ufficiale, confermata addirittura dallo stesso Putin, che ha dichiarato di non volersi praticare le due iniezioni perché il vaccino non è garantito nei suoi effetti sugli anziani. Questione non di poco conto, visto che proprio gli over 60 costituiscono la categoria con maggior numero di morti in questa pandemia a livello mondiale.

Un’altra figura disastrosa operata da un esecutivo che ha come caratteristica quella di fare l’esatto contrario di ciò che dice: già nel corso della campagna elettorale si era promesso di difendere le classi più deboli, in particolar modo i pensionati, osteggiati (secondo il Fernandez pensiero) dalle decisioni del predecessore Macri che si era permesso di agganciare le pensioni all’inflazione, con una specie di “scala mobile” che le avrebbe aumentate. Detto fatto: abolendo questa norma gli emolumenti ai pensionati (molti dei quali guadagnano la minima di 100 euro) sono diminuiti e l’aumento dell’inflazione del 50% ha reso per la quasi totalità di essi la vita impossibile: non quella degli ex politici kirchneristi che stanno compiendo le loro condanne in carcere per atti di corruzione, che invece continuano a percepire oltre 2.500 euro mensili.

E così il caro Fernandez, dopo averlo dichiarato ai quattro venti, non potrà somministrare agli anziani la vaccinazione promessa: ma tutta la questione ha in sé un particolare fortemente “oscuro”. L’Argentina era sul punto di raggiungere tempo fa un accordo sia con AstraZeneca (per il vaccino Oxford) che con Pfizer: saltato il primo per i problemi che si sono verificati, ancora in corso di studio, il secondo è invece naufragato, secondo il ministro della Salute Gines Garcia, per imposizioni fatte dalla casa farmaceutica statunitense al Paese a base di condizioni inaccettabili. E qui inizia un mistero, anche perché la stessa Pfizer ha successivamente dichiarato che le condizioni del contratto sono uguali a quelle fatte a tutti i Governi che hanno richiesto il farmaco.

Martedì scorso il ministro della Salute ha illustrato meglio la questione, spiegando che nel corso della trattativa Pfizer pretendesse la creazione di una legge che la sollevasse da ogni responsabilità inerente al suo farmaco: in pratica un’immunità di fronte alle problematiche che, secondo Garcia, Pfizer impone a tutti i Governi. Cosa approvata da quello argentino con un decreto che, sebbene non dia immunità giuridica, permette mutazioni giuridiche nel contratto. Ma, sempre secondo Garcia, Pfizer avrebbe preteso anche che il contratto fosse firmato direttamente dal Presidente e non dal Ministero: e qui tutta la questione si sarebbe naufragata, considerando questa condizione inaccettabile.

La faccenda merita una considerazione importante, a parte la valanga di sospetti che circondano il fallimento di un’operazione del genere in odore di tangenti: quanto conta la salute delle persone non solo in Argentina, ma in tutto il mondo se una casa farmaceutica non si prende la minima responsabilità sui suoi prodotti? Giro la domanda anche al nostro Ministero, che già ha dichiarato che il 27 dicembre inizierà, come faranno altri Paesi dell’Unione europea, a vaccinare massivamente iniziando proprio con il farmaco creato dalla tedesca BioNTech e distribuito dal colosso Statunitense Pfizer. Ma davvero l’Italia, come altri Paesi Ue, ha firmato una clausola tanto aberrante e che manderebbe letteralmente a quel paese le Costituzioni europee? Se le dichiarazioni di Gines Garcia fossero vere saremmo di fronte a una questione agghiacciante: nel caso che chi ci governa abbia raggiunto simili livelli di pensiero bisogna preoccuparsi anche perché vorrebbe dire che la lezione impartita nel secolo scorso e che ha provocato una guerra mondiale non è stata ancora recepita.

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