In Bolivia venerdì scorso è “scoppiato” un caso che coinvolge direttamente l’ex Presidente Evo Morales: dai documenti che sono filtrati dalla magistratura della località di Tarija si evince una vera e propria rete di tratta di minori comandata da diversi anni da Morales stesso. Il caso è uno degli scandali più atroci della storia politica latinoamericana, già che le accuse purtroppo a scoppio ritardato e il relativo ordine di cattura emesso dalla magistratura stessa rivelano episodi conosciuti ormai da anni, ma mai poi sottoposti al vaglio e soprattutto alle decisioni delle autorità.



Tutta la questione è in continua evoluzione dal momento che nella stessa giornata il magistrato che ha emesso l’ordine di cattura, Sandra Guitierrez, è stata destituita e ciò rende molto bene l’idea di come l’intera faccenda, denunciata da una giovane di Tarija che anni fa, minorenne, dopo essere stata costretta a mantenere relazioni sessuali con il politico aveva avuto un figlio la cui nascita, però, è stata registrata solo quando la madre ha raggiunto i 18 anni. Il caso si fa via via più contundente con la scoperta che Morales possedeva una vera e propria “Guardia presidenziale giovanile” che era composta da bambini di 14 e 15 anni e della quale Cindy, la denunciante, faceva parte.



Erano i genitori stessi dei bimbi a dare l’assenso all’appartenenza a questo gruppo in cambio di benefici vari e sostanziosi e le indagini hanno stabilito che Cindy è stata forzata ad avere rapporti sessuali così come con altri minori che sono sul punto di seguirla nelle loro denunce.

La cosa è stata confermata anche dalla dichiarazione di Eduardo del Castillo, Ministro dell’attuale Governo del Presidente Luis Arce, appartenente al MAS, Movimento al Socialismo, ossia lo stesso partito di Morales.

Ricordiamo come nel 2020, all’atto della sua elezione dopo la crisi accaduta con la scoperta di brogli elettorali effettuati da Morales nelle elezioni del 2019, che alla fine dovette fuggire dal Paese e rifugiarsi prima in Messico e poi in Argentina, Arce venne visto praticamente come il delfino politico di Morales stesso, che nel novembre del 2020 potè tornare tranquillamente nel Paese. Nel corso di questi anni la situazione tra i due è però peggiorata, al punto da creare una crisi interna nello stesso MAS che poi quasi “magicamente” ha portato alla “scoperta” di un caso, lo ripetiamo, conosciuto da anni e che è spaventoso visto che stiamo parlando della gestione di una tratta di minori in tutta la Bolivia.



Nella serata di venerdì stesso Luis Arce ha definito “estremamente delicato” il caso contro Morales, annunciando che verrà “secretato” per non politicizzarlo e per proteggere la vittima. “È una questione estremamente delicata: è coinvolta una minorenne e dovrebbe essere chiaro a tutta la popolazione che il Governo nazionale non userà mai un caso così delicato, che ha diverse implicazioni per la società, come una questione politica”, ha riferito nel corso di una dichiarazione alla stampa.

Ma ovviamente ben pochi credono a questa versione, visto che, lo ripetiamo, il caso costituisce un segreto di Pulcinella conosciuto da anni e tutt’ora non sappiamo come proseguirà la cosa: una nostra fonte ci ha raccontato come Morales si sia immediatamente rifugiato nel territorio del Chapare, una delle 16 province boliviane, immediatamente dopo l’ordine di cattura. Questa regione è in pratica un suo feudo dove vige una curiosa extraterritorialità che gli offre una protezione pressoché totale dalla legge, visto che le autorità li presenti hanno già espresso l’intenzione di proteggerlo, quasi si trovasse, lo ripetiamo, in un altro Stato.

La notizia di questo scandalo è rimbalzata a livello internazionale e ciò ha provocato la reazione sia del Foro di Sao Paulo che del Grupo de Puebla, due organizzazioni che riuniscono i rappresentanti del populismo “di sinistra” e che anche in passato, come in questo momento, si sono schierati a fianco dell’ex Presidente già inguaiato in altre questioni come i suoi continui abusi di potere e le persecuzioni etniche che hanno riguardato la sua Presidenza. Pure in questo caso si è dimostrato che la sola appartenenza ideologica crea uno scudo contro accuse sempre supportate da prove inappellabili. E a dimostrazione di ciò aggiungiamo che coloro che hanno permesso a questa ultima attuale vicenda di venire alla luce con l’iniziale intervento della giustizia sono gli stessi operatori di un Governo che nel corso di questi anni ha di fatto occultato l’intera questione.

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