E’ ufficiale, il Comitato Olimpico ha deciso che i giochi si terranno senza spettatori a Tokyo e nelle tre prefetture adiacenti Kanagawa, Chiba e Saitama. Il governo aveva sperato di permettere gli spettatori con limiti di capacità, ma l’aumento dei casi giornalieri ha costretto l’esecutivo a rivedere i suoi piani.
Una decisione questa presa ieri in tarda serata dal presidente di Tokyo 2020 Seiko Hashimoto e il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach in collegamento dall’hotel dove sta scontando la quarantena. Decisione che arriva dopo l’annuncio del primo ministro Yoshihide Suga di un nuovo stato di emergenza che durerà fino almeno alla fine dei giochi, imponendo la chiusura anticipata delle attività pubbliche, orario ridotto dei ristoranti e il divieto di servire alcolici dopo le ore 20.00. Gli organizzatori decideranno al termine dei giochi (22 agosto) che misure verranno adottate per i giochi para-olimpici che inizieranno il 24 agosto.
Gli stadi di calcio e baseball nelle prefetture di Fukushima, Miyagi e Shizuoka saranno autorizzati ad avere spettatori fino al 50% della capacità o fino a 10.000 persone. Ibaraki permetterà solo ai bambini di assistere. Sapporo, che ospiterà le maratone, deve ancora decidere la sua politica sugli spettatori. Inoltre, è stato annullato il percorso della torcia olimpica che questa settimana doveva arrivare nella capitale. In alternativa saranno previsti degli eventi senza pubblico trasmessi in streaming.
L’avvicinarsi dei giochi olimpici mette nuovamente la classe politica giapponese sotto il riflettore. Con poco più di tre settimane dalla cerimonia d’apertura prevista per il 23 luglio, il governo giapponese ha agito ancora una volta con lentezza pretendendo di gestire un evento internazionale come una questione privata, come se riguardasse solo la popolazione locale, non accettando alcuna ingerenza o pressioni dall’esterno e sperando fino all’ultimo di poter annullare l’evento per evitare di affrontarlo.
Mettere la capitale e i suoi 27 milioni di persone sotto restrizioni per la quarta volta per le impopolari Olimpiadi è una mossa politicamente rischiosa per Suga, che deve convocare le elezioni generali questo ottobre.
Con un’opinione pubblica decisamente contraria ai giochi, il governo giapponese invece di prendere atto di ciò che stava accadendo nel mondo ha agito con la solita lentezza ed ambiguità, lasciando che la burocrazia ancora una volta dettasse l’agenda. Con una percentuale di vaccinati ad oggi tra le più basse al mondo, il sistema sanitario giapponese prevede che i medicinali debbano superare i protocolli locali senza tenere conto se un farmaco sia stato già approvato da altre agenzie estere, e poco o nulla è stato fatto per accelerare l’iter per i vaccini anti Covid-19.
La campagna vaccinale è iniziata poche settimane fa per le persone maggiormente esposte, operatori sanitari e anziani, ma di fatto la popolazione normale ha avuto accesso ai vaccini soltanto questa settimana, ovvero due settimane prima dell’inizio dei giochi, un ritardo clamoroso che non ha lasciato alternative sulle decisioni di questi giorni del Comitato Olimpico. Questo fa si che ad oggi solo l’11% della popolazione è completamente vaccinata, un numero decisamente inadeguato per un paese che si appresta ad ospitare un evento internazionale. Ad onore del vero, i numeri di infezioni in Giappone non sono elevati. Ad oggi si parla di circa 600 nuovi casi giornalieri (anche se in aumento da tre settimane) e i reparti di rianimazione saturi solo al 30%, ma la lentezza della classe politica non fa altro che pesare si questa situazione già molto difficile.
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