MINNEAPOLISHappy New Year America… Cosa ci vorrebbe per rendere il 2024 un anno se non “felice” quantomeno bello, positivo per tutto il Paese? Me lo chiedo mentre sul cellulare continuano ad arrivarmi text messages da Nikki Haley, la repubblicana ex governatrice del South Carolina che sta cercando di soffiare la candidatura presidenziale a Donald Trump. Apparentemente la candidata più “presentabile” del partito repubblicano. Be’, non sarà proprio lei di persona a scrivermi. Facile capire che dietro ad un messaggio così c’è tutta la macchina da guerra elettorale che – soldi permettendo – ogni candidato mette su. Infatti il messaggio, dopo una breve narrazione dello stato dell’arte, ti chiede di contribuire alla campagna con una donazione da 10 dollari in su. In ogni caso mi chiedo come siano arrivati al mio cellulare, visto che non sono neanche un “registered republican”. Non so se sapete come funziona, ma qui quando si acquisisce il diritto di voto (per età o per nazionalità) ci si registra come “republican”, “democrat” o “independent”. Questo non vincola a nulla, dà però il diritto di partecipare, votando, alle primarie del partito. Poi naturalmente alle presidenziali ognuno voterà come vuole. Comunque sia il 2024 ci porterà una campagna elettorale che si preannuncia molto calda. Val la pena farci sul serio l’augurio che la battaglia politica non diventi guerra civile come i fatti del gennaio 2021 hanno paventato.



Happy New Year, signori giudici, perché per voi la campagna elettorale è già infiammata dai vari tentativi di rimuovere Trump “il rivoluzionario antidemocratico dell’assalto al Capitol” dal ballottaggio delle primarie. I giudici di Colorado e Maine l’hanno già fatto, altri (in Alaska, Arizona, Nevada, New Jersey, New Mexico, New York, Oregon, Carolina del Sud, Texas, Vermont, Virginia, West Virginia, Wisconsin e Wyoming) ci stanno pensando su, mentre altri ancora (Michigan e Minnesota) hanno respinto le istanze di esclusione. Tanto per continuare ad alimentare le divisioni. Così la patata bollente più prima che poi finirà nelle mani di altri giudici, quelli della Corte Suprema. Auguri a voi, Supreme Judges!



Happy New Year, immigrants. Coloro che bussano alla porta del nostro Paese sono sempre più numerosi, e sempre più numerosi sono coloro che il nostro Paese deporta, rispedendoli alla miseria e violenza dei loro Paesi di origine. Speriamo che l’anno nuovo porti uno sguardo diverso verso tutti costoro, ospiti indesiderati come lo può essere l’arrivo di un figlio – finché non lo si incontra davvero.

E non posso fare a meno di augurare Happy New Year, New York. New York City, dove il Covid ha fiaccato la vita più di quanto si possa immaginare e tutto fatica a riprendersi; dove Eric Adams, l’attuale sindaco, non sembra proprio in grado di tenere in mano il bandolo della matassa; dove si continuano a costruire grattacieli, per lo più uffici, quando in ufficio non ci va quasi più nessuno.



Si potrebbe andare avanti per ore a farsi gli auguri. Ogni Paese ha le sue questioni irrisolte, e ciascuno di noi potrebbe presentare la sua personalissima lista. Abbiamo tante cose da augurarci, abbiamo tante domande e bisogni in cerca di risposta, tanti desideri buoni ed altri così così. Ma per navigare tra domande, bisogni e desideri c’è la vita vera fatta anche di tante cose su cui possiamo aiutarci, così che, come diceva Piergiorgio Frassati, si possa “vivere e non solo vivacchiare”, e sostenerci a vicenda nella costruzione della civiltà della verità e dell’amore.

Ecco l’augurio che vale per l’America e per tutti. Chiedere di meno al nuovo anno non si può.

Happy New Year, and God Bless America!

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