MINNEAPOLIS – E si continua a contare … passa il tempo e si continua a contare con gli occhi puntati soprattutto su Arizona e Nevada. Per non dire della Georgia, dove né il democratico Warnock né il repubblicano Walker hanno raggiunto il 50% necessario ad ottenere il seggio in Senato. Si prenderanno tutti una bella pausa per poi tornare a votare (e a fare a testate) il 6 dicembre. A quel punto – probabilmente solo a quel punto – sapremo di chi sarà il Senato. Un po’ di trascinamento del “melodramma” elettorale (come lo ha definito Paolo Valesio su queste pagine) per cercare di non finire tra le braccia del buon Shakespeare e del suo “Much ado about nothing”, tanto da fare per nulla.
Sì, perché non è che sia successo un granché. Di fatto non sappiamo ancora a chi sarà in mano la Camera e, lo dicevo qui sopra, come finirà la battaglia per il Senato. Intanto a leggere i giornali ed a sentire i politici commentare i risultati, chi ha vinto qualcosa (i repubblicani), ha perso, e chi ha perso qualcosa (i democratici) ha vinto. Chi si aspettava di vincere a mani basse ha combinato poco e chi si aspettava una mazzata in testa se l’è cavata con uno schiaffetto.
Qualche titolo di testa, dal New York Times a Fox News passando per la stampa delle metropoli, tanto per rendere l’idea: “I repubblicani hanno perso contatto con gran parte dell’America”, “Perché l’onda rossa non si è materializzata”, “Niente onda rossa. Repubblicani ed indipendenti se ne sono rimasti a casa – che non si lamentino dei risultati!”, “Le storie di DeSantis (governatore repubblicano della Florida, ndr) non mi convincono”, “Sarebbe potuta andare molto peggio; non mi sono mai sentita così bene”, “I democratici eccedono le aspettative tenendo Biden alla larga dalle sfide elettorali più calde”.
Ma soprattutto, “Ecco come Donald Trump ha sabotato le elezioni repubblicane”, o “Trump sotto il fuoco incrociato dei repubblicani dopo i risultati di Midterm”.
Già, perché i segnali di una “non vittoria” per l’opposizione repubblicana c’erano tutti. L’abbiamo detto più volte, ma val la pena ricordare che le elezioni di Midterm storicamente funzionano come punto di riequilibrio. Soprattutto quando l’economia non tira. E di questi tempi l’economia non tira proprio, l’inflazione galoppa, la borsa ansima. Gli americani hanno smesso di guardare come stanno i propri risparmi investiti qua e là, perché dal salvadanaio si alza un forte odore di bruciato. Un bruciato che sa del 20% incenerito.
In condizioni analoghe, storicamente le Midterm elections sono sempre andate in un certo verso, but not so much this time, non così questa volta. Perché? Perché l’odore dei risparmi bruciati non era l’unico a riempire l’aria ed a dettare il voto. Nell’aria si percepivano altri odori, molto intensi: Trump ed aborto. Trump si è rivelato un deterrente al voto repubblicano. Pur non comparendo (ovviamente) su nessun ballot, Donald Trump è il grande sconfitto di questa tornata elettorale. Si è voluto mettere in prima fila apparentemente per sostenere alcuni candidati (che sono andati male se non malissimo), ma fondamentalmente per riprendersi il palcoscenico nazionale in vista del 2024. Non credo proprio che questa batosta indiretta basti a dissuaderlo dal suo intento di ricandidarsi alle prossime presidenziali, anche perché in un tempo senza memoria come quello che viviamo l’ex Presidente avrà occasione per ritirare fuori la testa.
E poi l’aborto, la piaga incurabile che non vuol guarire, percepita e vissuta drammaticamente da favorevoli e contrari, fonte di divisione profonda e di grave inimicizia. La Corte Suprema come sapete ha recentemente ribaltato tutto. Il voto di martedì ha mandato un segnale di contro-ribaltamento di quella pronuncia. Il voto giovane e buona parte di quello indipendente sono stati determinati dal fattore aborto. Non lo si può negare. In quattro Stati poi (California, Vermont, Michigan e Kentucky) gli elettori si sono trovati davanti un quesito in stile referendario, ed in tutti e quattro il responso è stato univoco, tutti pro-choice, tutti a favore dell’aborto.
Come sempre e più di sempre abbiamo bisogno di riscoprire e testimoniare la bellezza ed il gusto della vita.
God Bless America!
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