MINNEAPOLIS – Finirà in galera una buona volta o continuerà a essere l’inafferrabile Primula rossa della politica, lo Zorro dei conservatori americani, il Robin Hood che aiuta i ricchi perché i ricchi (magari) possano aiutare i poveri?
Notizia fresca di un paio di giorni: terza incriminazione per l’ex Presidente Donald Trump. Quattro capi d’accusa per i suoi tentativi di ribaltare le elezioni del 2020. Era nell’aria, ma adesso dall’aria la cosa è passata direttamente nelle mani dell’autorità giudiziaria. Se le due precedenti incriminazioni si incentravano sulla condotta personale di Donald Trump, sulla sua immoralità (o amoralità), su Trump as a bad person, un tipastro inaffidabile capace di comportamenti criminali, questa coinvolge the heart of the matter della democrazia, il nocciolo della questione della convivenza civile: il tentativo di sovvertire l’esito di un’elezione presidenziale. Rispetto a tanta accusa le beghe precedenti – una storiaccia di sesso e una di abuso di potere nella gestione impropria di documenti riservati – impallidiscono.
Vediamo un momento in dettaglio queste nuove sciabolate tirate a Trump.
Aver cospirato al fine di defraudare gli Stati Uniti d’America cercando di ribaltare i risultati elettorali attraverso vari metodi (descritti nell’imputazione). Aver cospirato e ostacolato le procedure di certificazione del voto il 6 gennaio 2021 in Campidoglio, Washington DC.
Aver cospirato con l’intento di violare i diritti civili dei cittadini americani in relazione ai tentativi condotti al fine di invertire i risultati elettorali negli Stati con elezioni dall’esito incerto deciso per (relativamente) pochi voti.
Roba pesante. Ma la cosa più interessante di tutto questo vulcano giudiziario nel mezzo del quale Trump si ritrova è che non sembra spostare una virgola degli equilibri (si fa per dire) dell’opinione pubblica. Il primo sondaggio condotto questa settimana su simpatie e orientamenti presidenziali in vista del novembre 2024 ci offre un pari e patta tra Biden e Trump, entrambi al 43% di gradimento. In altre parole, succeda quel che succeda, qualunque cosa Biden e Trump dicano o facciano, siamo sempre con metà Paese di qua e metà paese di là.
Proprio per questo in tanti le stanno provando tutte per togliersi il Donald dai piedi, perché checché se ne dica è Trump e solo Trump a far paura ai Democratici (e a metà degli americani). Altro che De Santis, Haley, Christie o Pence che non riesce neanche ad arrivare all’1% per comparire in TV…
Ma attenzione, perché qualora Donald finisse in galera il processo penale lascerebbe direttamente il campo a quello di canonizzazione. La questione per quel 43% di americani che lo ama non è che non abbia compiuto le azioni che gli si imputano. La questione è che per quel 43% Trump ha fatto bene come ha fatto.
Non siamo messi tanto bene. Aspettiamo che salti fuori l’inaspettato.
God Bless America!
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