MINNEAPOLIS – Donald Trump comincia la nuova avventura mettendo sotto esame gli emendamenti costituzionali. La nostra Costituzione americana è “imbellita e arricchita” da 27 emendamenti, ovvero da ventisette formali revisioni o aggiunte alla carta costituzionale. Man mano che il Paese cresceva e cominciava a “capirsi” si aggiungeva e/o aggiustava qualcosa. Il 14esimo emendamento, quello che Trump ha tirato fuori l’altra sera, è datato 1868, piantato proprio nel bel mezzo dei ventisette, quasi a voler simboleggiare la sua centralità come cornerstone, come pietra angolare della società americana. Cosa fece questo 14esimo emendamento? Concesse cittadinanza e pari diritti civili e legali a tutti gli schiavi e a tutti coloro che erano stati emancipati dopo la guerra civile.
Ma fece ancora di più per un Paese giovane, scarsamente popolato e dissanguato dalla guerra. Leggiamo: “Tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e soggette alla giurisdizione degli stessi sono cittadine degli Stati Uniti e dello Stato in cui risiedono”. Principio discusso e a suo tempo anche impugnato, ma confermato nel 1898 dalla Corte Suprema – United States v. Wong Kim Ark – con una pronuncia che ha chiarito che i bambini nati negli Stati Uniti da genitori immigrati sono cittadini no matter what, indipendentemente dallo stato di immigrazione dei genitori. In altre parole, negli Stati Uniti dal 1868 vige lo ius soli: chi nasce su questo suolo è cittadino, birthright citizen, cittadino per diritto di nascita. Per essere precisi esistono due forme di cittadinanza per diritto di nascita: la cittadinanza basata appunto sull’essere nati sul suolo degli Stati Uniti (luogo di nascita) e quella basata sull’ascendenza, ovvero sul fatto di avere un legame di sangue con un American citizen.
Ecco, queste cose a Trump non piacciono, rappresentano un’altra falla nel sistema di controllo dell’immigrazione. E l’altra sera nel corso di Meet the Press, una intervista televisiva, ha detto a chiare lettere che è ora di farla finita con questo ius soli. Vero è – come sapete bene – che lo ius soli non è particolarmente popolare in Europa e nel mondo occidentale in genere. È però vero che è legge in tanti Paesi delle Americhe, compresi Canada e Messico, nostri vicini di casa. Ma quanti Paesi sono nati come gli Stati Uniti d’America? Quanti Paesi hanno la storia e un tessuto sociale come quello che abbiamo qui, dai discendenti di tedeschi e scandinavi nel Minnesota ai quasi duecento gruppi etnici presenti a Brooklyn?
C’è una prima domanda, pratica, che tutti ci siamo fatti sentendo Trump parlare. Ma lui, come presidente, potrebbe veramente eliminare un emendamento costituzionale, magari con uno dei suoi beneamati executive orders? Tutti a sfogliare i libroni della legge per capirci qualcosa …. No, Mr. Presidente, you can’t do that. Non lo puoi fare. La legge dice che un emendamento può essere proposto (in questo caso per soppiantarne uno già esistente) attraverso un processo molto complesso. Ovvero con un voto a maggioranza di due terzi di entrambe le Camere del Congresso, oppure partendo da due terzi degli Stati che ne fanno richiesta, il tutto presieduto da una commissione (Convention) convocata a tale scopo. L’emendamento deve quindi essere ratificato da tre quarti delle legislature statali, o tre quarti delle commissioni convocate in ogni Stato per la ratifica. Molto lungo, molto complicato, molto improbabile. Quindi Trump può dire quel che vuole, ma tra il dire ed il fare …
Ma la questione vera, la grande domanda, ancora una volta è come un Paese di immigrati (di ieri e dell’altro ieri) guardi agli immigrati (di oggi e di domani). Mi basta guardare i nostri nipoti nelle cui vene scorre sangue italiano, cecoslovacco, tedesco, portoricano, inglese, irlandese… troppo evidente che l’immigrazione è un fiume di vita con tutte le sue difficoltà, pene, sofferenze, ma anche speranze e gioie. Come è scritto sulla lettera firmata George W. Bush che mi venne consegnata nel giorno della mia “naturalizzazione”, l’America non sarebbe quel che è senza di me e io non sarei quel che sono senza l’America. Chi ha già ricevuto, accolga e abbracci.
God Bless America!
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.