Mentre in Venezuela, in attesa delle elezioni presidenziali del 28 luglio, continua la repressione del regime di Nicolas Maduro nei confronti dei suoi avversari politici a forza di arresti e anche con la decisione di inibire la partecipazione fino al 2032 della candidata dell’opposizione, Maria Corina Machado, la sua formazione politica, il PUD (Plataforma unitaria Democratica), che costituisce il principale partito contro il regime chavista del Paese, ha proposto come candidata la storica Corina Yoris a sostituirla nella tornata elettorale.
Nelle dichiarazioni alla stampa, Machado ha assicurato che la decisione “è nata dalla discussione delle forze unitarie” e fa parte di un meccanismo concordato per “affrontare questo ostacolo”, in riferimento alla sua squalifica, ratificata a gennaio dalla Corte Suprema di Giustizia (TSJ), una sanzione che definisce “un atto irrazionale, totalmente incostituzionale e vile”. Machado ha inoltre definito Yoris “una persona di estrema fiducia che compirà il suo ruolo con l’appoggio di tutti noi£. “Mi sento non solo orgogliosa, ma anche impegnata con la gente e con Maria Corina in questo atto di fiducia, lanciandomi in questa sfida”, ha risposto la nuova candidata.
Yoris, laureata in Filosofia e Lettere e dottore in Storia, è stato anche membro della commissione che ha organizzato le elezioni primarie del 22 ottobre, nelle quali Machado ha ottenuto più del 90% dei voti. Machado ha insistito che continuerà a lottare per annullare la sua squalifica ed entrare in gara all’ultimo minuto, prendendo il posto di Yoris.
La cosa, però, è altamente improbabile, dato che la Corte Suprema, con una linea filogovernativa, ha ratificato la sanzione e nei giorni scorsi le autorità hanno arrestato sette collaboratori e altrettanti hanno un mandato di cattura, compreso il suo braccio destro, Magalli Meda, che figurava come possibile sostituto.
Machado e la sua squadra sono stati collegati ad “azioni destabilizzanti”, anche se l’accusa non ha sporto denuncia contro la 56enne oppositrice liberale. “Il regime sa che è perduto e che il popolo è con noi”, ha insistito Machado, “sappiamo tutti che siamo un’immensa maggioranza che cresce ogni giorno e che siamo disposti a fare tutto ciò che è necessario per il Venezuela, per i nostri figli, per la nostra libertà”.
Mentre Maduro aspira ad un terzo mandato, le varie proiezioni di voto danno il PUD con il 70% dei voti dell’opposizione e quindi in pratica la principale forza.
Contemporaneamente alla proclamazione della nuova candidata, il Rapporto della Missione d’inchiesta delle Nazioni Unite sul caso Venezuela ha evidenziato quanto sta accadendo nel Paese caraibico con la violazione dei diritti umani, la persecuzione e la criminalizzazione delle voci critiche nei confronti del regime venezuelano.
Questo in sintesi il risultato del lavoro della commissione, sottoscritto dai rappresentanti di quasi tutti i Paesi che ne fanno parte, visto che Emirati Arabi, Nicaragua, Cuba e la Repubblica Islamica dell’Iran si sono schierati contro il rapporto stesso e in pieno aiuto al regime di Maduro.
L’Ambasciatore venezuelano ha ovviamente criticato tutto, chiedendo alla Commissione di occuparsi di faccende molto più serie, quali i crimini contro gli indigeni di più di 500 anni fa e di quanto sta accadendo sia in Africa che a Gaza, senza però entrare minimamente nel merito di quanto scritto nel documento pubblicato.
Adesso non resta che attendere l’inizio della campagna elettorale (sempre che ci sarà) e, soprattutto, visto il forte impatto che l’opposizione ha nell’elettorato, quali saranno le prossime mosse dell’attuale Presidente anche considerando che, come sta accadendo pure nel “fratello” regime cubano, le proteste contro un regime che ha portato il Venezuela alla peggior catastrofe economica e sociale della sua storia si svolgono ormai quotidianamente nonostante la repressione delle forze dell’ordine e la quantità massiccia di collaboratori del regime infiltrati in ogni dove nel Paese e che forniscono informazioni al potere centrale.
“Diamo inizio a un percorso di transizione nel Venezuela, che dovremo percorrere tutti insieme visto che siamo tutti importanti per la sua attuazione”, ha proclamato Corina Yoris nel suo primo discorso da candidata, aggiungendo che “a noi come donne Dio ci ha posto a partorire il Paese, ma ci occorre fortemente la mano dell’uomo presente al momento del parto”.
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