Mentre dalla città venezuelana di Maracaibo, nel corso di un comizio mirato alle prossime elezioni presidenziali del 28 luglio, Maria Corinne Machado invita tutti quelli che avevano confidato in lei durante le elezioni del 22 ottobre (svoltesi all’interno dei partiti di opposizione) a votare con energia e fermezza il candidato Edmundo Gonzales che, per il rotto della cuffia, ha finalmente ottenuto di rappresentare una opposizione “formalmente” unita, le ombre che si addensano sull’attuale “Presidente” Nicolas Maduro (già dato per spacciato nei sondaggi attuali) rivelano dieci anni di un potere assolutamente dittatoriale, con più di 10.0000 persone assassinate e oltre 2.000 torturate.
Nel suo rapporto annuale, pubblicato il 30 aprile, l’organizzazione Provea (Programma venezuelano di educazione-azione sui diritti umani, una delle più importanti organizzazioni nel settore) ha presentato una valutazione sui diritti umani nei dieci anni del regime di Maduro, terminato nell’aprile dello scorso anno. Nel rapporto, l’organizzazione cataloga questi dieci anni come “un decennio oscuro per i diritti umani”.
“Provea denuncia che il Governo Maduro ha soffocato i diritti alla libertà personale, alla vita e all’integrità personale con esecuzioni extragiudiziali, torture e detenzioni arbitrarie. Tra il 2013 e il 2023 sono state registrate 43.003 vittime di violazioni dell’integrità personale, di cui 1.652 vittime di tortura e 7.309 vittime di trattamenti o punizioni crudeli, inumani e degradanti”, si legge nel rapporto. “Secondo i registri di Provea, tra il 2013 e il 2023 almeno 10.085 persone sono state uccise da agenti di sicurezza, la maggior parte di questi casi non sono ancora indagati”, aggiunge il rapporto.
Secondo l’organizzazione, in Venezuela esiste una politica volta a “promuovere, tollerare e coprire la commissione di abusi contro le garanzie dei cittadini attraverso pratiche volte a provocare il terrore nella popolazione”. Allo stesso modo, l’organizzazione avverte che le violazioni dei diritti umani sono “massicce e sistematiche”.
La maggior parte dei delitti e le relative torture furono consumati (e continuano a esserlo, purtroppo) nel carcere più brutale della dittatura chavista: il tragico Helicoide, una costruzione che sorge a Caracas e dove migliaia di persone hanno subito violenze di ogni genere, documentate da un filmato dallo stesso titolo della nefasta struttura: “Ecos de Libertad Historias de El Helicoide” circola su molti canali mediatici.
Ma la storia non finisce qui, perché contemporaneamente l’Istituto Casl, un’organizzazione il cui compito è monitorare lo stato della democrazia in America latina, ha presentato davanti all’Organizzazione degli Stati americani un altro documento, dove l’aumento dei casi di una repressione sistematica e generalizzata che viene eseguita sotto la visione impassibile dello Stato è la denuncia principale contenuta nel documento annuale sui crimini di lesa umanità 2023-2024. Il fatto, diciamo così, “nuovo” illustrato da questo ulteriore fascicolo (presentato anche alla Corte penale dell’Aja) è che le testimonianze raccolte dimostrano chiaramente una forte ingerenza o collaborazione del Governo cubano nella questione.
Secondo il rapporto, un testimone militare venezuelano di altissimo rango ha classificato la penetrazione cubana in tre fasi: posizionamento in istituzioni pubbliche non armate, seguito dalla stessa manovra attuata però in quelle militari e di polizia nel Paese, quindi l’integrazione popolare e la formazione di gruppi nazionali secondo gli schemi della rivoluzione cubana.
Vengono inoltre descritti dettagliatamente i modelli dell’ingerenza cubana in questo sistema repressivo e presentate come prova le testimonianze di militari e civili, oltre alle vittime. Un responsabile dell’organizzazione ha dichiarato come “ci siamo dedicati non solo ad ascoltare le vittime, a ricostruire i casi e denunciarli, ma abbiamo anche indagato, per esempio, quali sono le catene di comando dei colpevoli, che sono i responsabili ultimi, e, sopratutto in questi ultimi due anni, abbiamo integrato tali informazioni”.
Bisogna dire che tutto quanto fin qui illustrato ha costituito finora un “segreto di Pulcinella” che, sebbene conosciuto ai più, non era mai arrivato a denunce così profonde, anche se i documenti sulla situazione venezuelana circolano da anni. Ma, come scrivevamo in altri articoli, viene il “dubbio” che tutta la questione sia immersa in un circolo vizioso fatto di complicità sotterranee vestite pure da accordi commerciali con una nazione che, ricordiamolo, è ricchissima produttrice di minerali preziosissimi per altissime tecnologie militari e industriali.
Ora, in concomitanza con le elezioni, appare tutto questo, che costituisce un ulteriore colpo per il potere di Nicolas Maduro: ma da com’è sorto tutto quanto, anche queste ultime puntate della telenovela elettorale portano il sospetto di un’operetta messa in scena per poi alla fine, in cambio della cessione del potere, permettere a Maduro di godere un soggiorno dorato in qualche paradiso caraibico (e ce ne sono diversi) nel quale vivere.
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