Già da diverso tempo i diavoli della Tasmania sono colpiti da una forma di tumore facciale particolarmente aggressivo che ne mette a rischio la specie stessa. Si tratterebbe di un cancro facilmente trasmissibile tra simili, ma non virale, di cui si sta cercando di capirne la causa per individuarne la possibile cura. Ora giunge la notizia di un’importante scoperta: sarebbero state individuate le origini di questa forma tumorale.



Il primo caso di tumore nei diavoli della Tasmania era stato individuato nel 1996, quando furono ritrovati esemplari morti cosparsi di escrescenze intorno alla bocca e agli occhi. Da allora i ricercatori hanno cominciato a studiarne caratteristiche ed evoluzione, capendo come fosse un cancro che sviluppa con rapidità metastasi a livello dei linfonodi e del cuore. Basterebbe un morso per favorirne il contagio. Comportamento, questo, molto frequente tra questi marsupiali, che giustifica la rapida diffusione tra i diavoli della Tasmania. Una volta infettato un nuovo simile, le neoplasie facciali si ingrossano e si moltiplicano, impedendo all’animale di nutrirsi normalmente. E la morte sopraggiunge a distanza di pochi mesi dal contagio per inedia.



Tumori diavoli della Tasmania: sequenziati per la prima volta

Le stime sulla letalità di questi tumori aggressivi sono preoccupanti: il cancro facciale avrebbe ucciso dal 20 al 70% della popolazione originaria di diavoli della Tasmania. A questo ritmo questi marsupiali potrebbero estinguersi entro il 2035. Ecco che quindi la ricerca svolge un ruolo fondamentale per cercare di evitare questo epilogo. Il 20 aprile su Science è stato pubblicato al riguardo uno studio genetico approfondito, utile per fermarne l’evoluzione futura. Il team ha quindi costruito “alberi genealogici” di questi tumori per tracciare la loro origine e mappato le loro mutazioni per costruire un quadro di come le malattie si sono evolute nel corso nel tempo. Il problema ruota intorno alla sempre maggiore resistenza di questo cancro, progredito in maniera sempre più devastante su questi teneri marsupiali a causa delle mutazioni che ha incontrato nel corso degli anni. Importante è quindi incentrare il lavoro della ricerca nella previsione delle future evoluzioni per evitare che la trasmissione possa diventare ancora più complessa da arrestare.

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