Golpe in Guinea, Diawara e compagni isolati in hotel: cosa è successo

Amadou Diawara, centrocampista della Roma è bloccato in Guinea. Ansia e paura per quanto sta succedendo, dove è in atto un golpe. Mattinata di spari e massiccia presenza di uomini armati a Conakry, capitale della Nazione, a seguito di un tentativo di colpo di Stato da parte dei corpi speciali dell’esercito, i quali hanno arrestato il presidente Condè.



Situazione che ha coinvolto anche il mondo del calcio: sono diversi i calciatori di Serie A volati con le rispettive Nazionali per disputare la partita di Qualificazione ai prossimi Mondiali di Qatar 2022 tra Guinea e Marocco. La situazione che preoccupa in maniera particolare è quella di Diawara e compagni. La Nazionale capitanata da Naby Keita del Liverpool, per diverse ore non ha dato notizie, generando grande apprensione nei club europei che avevano provato a contattare i rispettivi tesserati per accertarsi delle loro condizioni.



Roma in ansia per Diawara: i calciatori stanno bene e sono in attesa di partire

Il Golpe in atto in Guinea ha coinvolto diversi calciatori. Con i club europei (tra cui la Roma) preoccupati per le condizioni dei propri tesserati (per i giallorossi Amadou Diawara). Stando a quanto riportato da calciomercato.com, la Roma sarebbe riuscita a sentire il centrocampista, che avrebbe rassicurato il club dicendo di stare bene. Al momento i calciatori si trovano in isolamento in hotel, in un luogo sicuro e sono in attesa di aggiornamenti per poter tornare in Europa.

Anche il Marocco si trovava in Guinea per affrontare i padroni di casa nella sfida valevole per le Qualificazioni ai Mondiali di Qatar 2022. Tra questi, erano presenti Hakimi, Amrabaat e Maleh. La Nazionale marocchina è riuscita però a ripartire nella notte con un aereo di emergenza, dopo essere stata isolata per ore in un hotel. Durante il periodo di isolamento, il ct Halilhodzic, contattato dall’Equipe, ha dichiarato: “Sentiamo solo rumori di spari, speriamo di andare via presto. Mi ricorda la ex Jugoslavia e le strade non sono sicure”.