L’economista e docente universitario Jeffrey Sachs, ha commentato in una intervista a Il Fatto Quotidiano la notizia dell’endorsement a Kamala Harris da parte dell’ex vicepresidente di George Bush Jr, Dick Cheney, considerato come uno dei più importanti esponenti del movimento neoconservatore Usa ed ex membro del partito Repubblicano. La scelta di Cheney, sebbene possa apparentemente sembrare come un clamoroso cambio di sponda, in realtà, come afferma Sachs, non è particolarmente soprendente.
La questione principale, come afferma il professore, è l’influenza sulla politica estera dello Stato di Sicurezza, del dipartimento Difesa e della Nato, da sempre incentrato sul voler promuovere l’ideale di una egemonia statunitense imposta con le guerre e decisioni sui governi di altri stati, con il supporto non solo dei neoconservatori ma anche di tutto il settore industriale delle armi. Questo insieme di istituzioni, chiamato anche Deep State, che all’epoca della presidenza Bush era controllato direttamente da Cheney, ha svolto continuamente un ruolo fondamentale nelle decisioni di tutte le azioni offensive e nella presenza di più basi militari in territori chiave all’estero.
Jeffery Sachs commenta endorsement a Kamala Harris dell’ex repubblicano Dick Cheney: “Neocoservatori da sempre decidono sulla politica estera Usa”
L’ex vicepresidente di Bush Jr Dick Cheney, ha annunciato il suo sostegno a Kamala Harris nelle elezioni presidenziali. Per il professore Jeffrey Sachs la scelta è stata fatta non solo a causa di un recente scambio di opinioni contrastanti avvenuto tra Trump e Cheney che avrebbe poi portato l‘ex segretario alla difesa dei repubblicani a voltare le spalle al candidato, ma soprattutto perchè una gran parte dei neoconservatori, che sembrerebbe ora essere allineata a favore della Harris, ha puntato l’attenzione sulle future decisioni di politica estera dei due concorrenti.
Sachs infatti ha affermato che Cheney avrebbe contribuito in modo molto influente sull’inizio della guerra in Ucraina e ora intende portare avanti questo tipo di politica che ha come obiettivo l’allargamento della Nato con l’ingresso dell’Ucraina e nuove basi militari più vicine alla Russia come minaccia. Questo processo era iniziato già nel 1992 ed è stato poi portato avanti anche dal governo Clinton. Una continuità che non è mai fermata e che i neocon vogliono proseguire a prescindere da chi vincerà le elezioni. Conclude Sachs: “I partiti non hanno fatto la differenza. Clinton, Bush, Obama e Biden hanno tutti avuto il neoconservatorismo in prima linea nello Stato di Sicurezza”.