TEXAS BOCCIA A SORPRESA LEGGE SUI DIECI COMANDAMENTI AFFISSI A SCUOLA
Era data per scontata e praticamente già firmata la nuova legge nello Stato del Texas che rendeva obbligatorio affiggere in tutte le scuole del Paese i Dieci Comandamenti: dopo il via libera del Senato locale, il passaggio alla Camera in pieno controllo repubblicano veniva data come formalità. Eppure qualcosa si è inceppato e così lo storico Governatore del Texas, Greg Abbott, non potrà firmare la legge “pro-Bibbia”, quantomeno non ora: lo scorso martedì la Camera statale non è riuscita a far passare il disegno di legge per la netta divisione emersa all’interno dello stesso Partito Repubblicano.
Dissidi interni e un forse ancor più probabile clima che anticipa di qualche mese le Primarie GOP tra Trump e De Santis (da ieri ufficialmente uno dei candidati alla Presidenza per i repubblicani, ndr) ha portato il partito conservatore a non trovare l’accordo per i Dieci Comandamenti da esporre obbligatoriamente in ogni scuola del Texas. Lo stesso voto concluso con la bocciatura del disegno di legge è stato poi occasione di accuse lanciate dall’Attorney General dello Stato, il repubblicano Ken Paxton (fedelissimo di Trump) contro lo speaker della Camera del Texas, l’altro repubblicano Dade Phelan, ritenuto responsabile del fallimento della legge sui Dieci Comandamenti (e accusato addirittura di essere ubriaco durante le sedute, subito rispedito al mittente da Phelan che non le ha mandate a dire).
DIECI COMANDAMENTI E PREGHIERE IN CLASSE, REPUBBLICANI DIVISI
Secondo la versione dei Democratici, che esultano per il non passaggio della legge sui Dieci Comandamenti a scuola, il cortocircuitò interno al GOP nasce in realtà dalla richiesta di Paxton di pagare un’altra inchiesta federale per opporsi a quella dell’FBI che accusa il braccio destro di Trump in Texas di truffa ad alcuni ex dipendenti della sua azienda. Richiesta non accolta da Phelan e da qui il possibile attacco lanciato durissimo da Paxton contro il collega di partito: in questo modo di “mezzo” ci è andata la legge targata Phil King, senatore GP in Texas, che mirava ad estendere l’obbligo di affissione dei Dieci Comandamenti in ogni scuola.
«Questa misura riaffermerà le libertà religiose che sono andate perdute e ricorderà agli studenti in tutto il Texas l’importanza dei fondamenti dell’America», spiegava King dopo il via libera del Senato che sembrava spianare la strada al suo disegno di legge. Restano invece ancora aperte le “mission” per altre due leggi, collegate tra loro a quella sulla Bibbia, che si dovranno votare nei prossimi giorni alla Camera del Texas: in primis, ogni scuola riservi nel corso delle lezioni un periodo di tempo che sia congruo e che permetta agli studenti di pregare e studiare la Bibbia. Infine la terza proposta di legge che riguarda il diritto di pregare, codificando di fatto una sentenza della Corte Suprema, che aveva stabilito che Joe Kennedy, allenatore della squadra di football della Bremerton School, avesse il diritto di pregare in campo al termine della partita. Il caso interno nel GOP però rischia di porre divisioni anche sulla proposta di legge che mira al “diritto di preghiera” in classe e nelle scuole: «I genitori dovrebbero essere in grado di decidere quale religione i loro figli dovrebbero imparare, non il parlamento del Texas», ha attaccato l’American Civil Liberties Union sposando la causa democratica che punta ad abbattere il progetto di legge repubblicano.