Secondo il noto attore italiano Diego Abatantuono, “perdere” il presidente del consiglio Mario Draghi, nel caso in cui lo stesso venisse scelto come prossimo presidente della repubblica, sarebbe un gran peccato: “Vedrei bene Draghi come capo dello Stato – sono le parole dell’attore intervistato stamane dal programma radiofonico di Rtl 102.5 “Giletti 102.5”, in onda ogni venerdì mattina alle ore 8:00 – ma mi dispiacerebbe perderlo come premier. Per cui direi che forse sarebbe il caso di rimanere così e di trovare un altro nome valido per il Quirinale”.
Il 66enne attore di Milano ha poi fatto un bilancio di questo 2021: “Sono contento – racconta – è stato un anno comunque in cui ho lavorato molto. Frequento poco la televisione, faccio il cinema. Penso che bisognerebbe fare così. Se sai fare una cosa, è inutile farne altre quattro o cinque… Io poi ho la sindrome di Gianni Morandi, avendo iniziato a lavorare da giovane, e non essendo più ora molto giovane, ci sono sempre stato”. Diego Abatantuono ammette di non voler togliere troppo tempo alla propria famiglia con il lavoro: “Ho sempre cercato di fare al massimo due film all’anno per stare con i miei figli. Il tempo passa e non si torna indietro, non c’è la moviola, e io non volevo avere il rimpianto di non essere stato con loro”.
DIEGO ABATANTUONO: “UNA VOLTA RIFIUTATI UNA PROPOSTA DI LAVORO DI PUPI AVATI”
E proprio per questo una volta ha rifiutato una proposta importante: “Una volta rinunciai a un film con Pupi Avati, nonostante mi lega un lui un bel rapporto, proprio perché si girava d’estate, quando avevo gli unici due mesi per andare in vacanza con i miei figli”. Poi Diego Abatantuono ha spiegato: “La generazione di oggi è figlia di due generazioni che sono state bene. I miei genitori hanno fatto di tutto per non farmi avere problemi. I ragazzi di oggi si sono forse un po’ distratti…”.
La conclusione dell’intervista è dedicata alla situazione covid e ai vaccini: “Non capisco come si possa non vaccinarsi. Sono assolutamente d’accordo con il green pass rafforzato di Draghi. Si dice che il Paese sia spaccato, ma in realtà se la divisione è tra il 90% e il 10%, quel 10% dovrebbe forse chiedersi se c’è qualcosa che non va. Poi ciascuno fa ciò che vuole, se quindi te ne stai a casa tua, nessun problema”.