Diego Abatantuono torna in tv al timone di “Scherzi a Parte“, lo show co-condotto con Massimo Boldi e Alessia Marcuzzi nel 2005 e trasmesso in replica il venerdì era su Canale 5. Di questi tempi con l’emergenza Coronavirus e l’isolamento forzato anche l’attore, comico e conduttore televisivo sta vivendo questo periodo della sua vita in quarantena. Ospite in collegamento videotelefonico con Sportmediaset.it, Abatantuono però ha precisato: “sono privilegiato dall’avere un giardino e un po’ di campagna nella sua villa in isolamento” prima di affrontare il tema Milan. In particolare l’attore si è soffermato sul futuro di Ibrahimovic su cui dice: “non lo so, non gliel’ho ancora chiesto e lui me lo ha ancora detto. Penso sia stato un bel vantaggio avere Ibrahimovic. Può stare lì tutta la vita”. Non solo, l’attore lancia una frecciata al Paul Singer del Fondo Elliot, nuovo proprietario del Milan: “cosa sogno per il mercato del Milan? Sogno un mercato in entrata. Per adesso abbiamo il Fondo, nome che non mi piace, mi dà la sensazione di un qualcosa che debba solo far quadrare i conti, senza cuore. Mi piacerebbe una proprietà che abbia voglia di investire soldi e che abbia una prospettiva”.



Diego Abatantuono: “La comicità dei politici ha superato quella dei comici di professione”

Reduce dal grande successo di “Colorado” e di “Enjoy – Ridere fa bene”, Diego Abatantuono intervistato dal Corriere della Sera ha dichiarato: “la comicità dei politici ha superato quella dei comici di professione”. Una battuta che fa riflettere e che sembra indirizzate all’attuale classe politica su cui ha aggiunto: “eravamo abituati ad uomini di potere sussiegosi, mentre adesso la parodia di un personaggio non regge il confronto con il suo alter ego reale: fare satira politica oggi è molto più difficili”. I tempi sono cambiati, non solo in ambito politico, ma anche nel mondo dello spettacolo. Lo sa bene Abatantuono nato, artisticamente parlando, nel Derby Club in una Milano a cavallo tra la fine degli anni ’60 e ’70. Oggi è cambiato tutto: i comici, i film, ma anche la televisione. “Un tempo il comico faceva una lunga gavetta, tra teatro e cabaret. Oggi la tv ha bisogno di prodotti veloci, il web è istantaneo: anni fa se avevi una buona idea ci campavi per 2 anni, adesso si brucia in un attimo” ha detto il conduttore che non nasconde le difficoltà legate alla realizzino di un film: “gli orari, spesso sono pesanti. E soprattutto andrebbero pensati meglio: alzarsi alle 5 di mattina per recitare in un dramma va bene, così arrivi con la faccia da tragedia già pronta; ma non va bene per una commedia: se mi sveglio a quell’ora mi impedisci di ridere almeno fino a mezzogiorno”.

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