Diego Abatantuono, sulle colonne del quotidiano “Il Messaggero”, ha rilasciato quest’oggi un’intervista tesa a motivare la sua decisione di essere tra i firmatari della petizione online lanciata sulla piattaforma Change.org contro l’immagine di Trieste come capitale dei no vax. L’attore ha spiegato: “Volevo manifestare solidarietà e rispetto nei confronti della città giuliana, in cui ho tanti amici e dove non ci sono soltanto no vax. Ma, premesso che non ho l’abitudine e tantomeno l’intenzione di mettermi sul pulpito a pontificare, la ribalta la cerco solo attraverso il mio lavoro, tanto che trovo incredibile che si parli ancora di questo argomento”.



Abatantuono ha poi asserito di trovare incomprensibile che ci si possa schierare contro il vaccino o anche solo accettare un confronto con chi si definisce no vax: “Io posso discutere con chi ha delle idee diverse dalle mie, ma non con una persona che rifiuta l’immunizzazione. Dietro la sua posizione non c’è un pensiero o un’evidenza scientifica bensì il nulla”.



DIEGO ABATANTUONO: “QUANDO VEDO IN TV UN DIBATTITO CON UN NO VAX CAMBIO CANALE”

Nel prosieguo della sua chiacchierata con i colleghi de “Il Messaggero”, Diego Abatantuono ha sottolineato che quando vede in tv un dibattito con un no vax cambia canale: “Stare a sentire queste persone equivale a chiedere a un razzista di motivare perché è a favore della discriminazione… Per manifestare una posizione bisogna avere un’idea, che invece nei no vax manca del tutto”.

E, ancora: “Se devo essere sincero, preferisco non sapere se tra i miei conoscenti e i miei contatti ci sia qualcuno contrario al vaccino. In quel caso, accetterei di avere rapporti con queste persone soltanto al telefono. Un fatto è sicuro: a casa mia entra soltanto chi è immunizzato. Ho ormai un’età, parenti anziani, figli e nipoti amatissimi e non voglio rischi”. Infine, in merito alle minoranze di no vax, Abatantuono ha chiosato dicendo: “L’argomento che queste persone portano avanti, lo ripeto, non esiste. Ma c’è sempre il rischio che le loro proteste vengano cavalcate e, ancora peggio, strumentalizzate da qualcun altro”.