Diego Armando Maradona, rinviato il processo per la morte dell’ex Napoli
È stato rinviato al prossimo 11 marzo 2025 il processo per la morte di Diego Armando Maradona – che vede come imputati gli operatori sanitari – avvenuta nel novembre 2020. L’udienza subisce così un ulteriore rinvio: la prima era infatti in programma per il prossimo ottobre ma come confermato dai tribunali in Argentina, è stata spostata nuovamente, come già accaduto in passato. Medici e infermieri, tra cui anche uno psichiatra e uno psicologo, sono accusati di “potenziale negligenza”: un comportamento che avrebbe portato alla morte dell’ex calciatore e icona del Napoli.
Il tribunale di San Isidro, come spiegato, ha accolto la richiesta “di rinvio dell’udienza” che è stata avanzata dai legali di tre degli otto imputati. Tra il personale medico accusato di non aver fatto abbastanza per evitare la morte di Maradona c’è anche l’infermiera Gisela Madrid, che aveva spiegato di aver seguito solamente le indicazioni dei medici, chiedendo di essere giudicata separatamente da una giuria popolare.
Diego Armando Maradona, come è morto: medici e infermieri rischiano fino a 25 anni di carcere
Diego Armando Maradona è morto a sessant’anni il 25 novembre del 2020 a Tigre, in una struttura dove si trovava per svolgere la riabilitazione dopo un intervento neurochirurgo per via di un ematoma alla testa. Il “pibe de oro” è morto ufficialmente per via di una crisi cardio-respiratoria. I tribunali già nel 2022 e poi nel 2023 hanno confermato la necessità di un processo per il team medico che aveva curato l’ex attaccante, ma fino a questo momento la prima udienza è sempre stata rinviata.
Tra gli operatori sanitari che sono finiti nel registro degli indagati, c’è anche il medico personale di Diego Armando Maradona, oltre ad uno psicologo, uno psichiatra, un medico clinico, un caposala e alcuni infermieri. Il reato di “potenziale negligenza” può essere punito in Argentina con carcere dagli 8 ai 25 anni.