DIEGO ARMANDO MARADONA: IL FENOMENO CHE CONQUISTÒ NAPOLI

Una storia di calcio straordinaria, quella di Diego Armando Maradona, che Giampiero Mughini racconterà nel suo ‘Quelli della luna’. Lo show in onda su Rete 4 martedì 30 luglio 2019 accenderà i riflettori, tra le storie di campioni raccontate, su un giocatore che ha fatto la storia nel bene e nel male e sul quale non sono bastati libri e film per racchiuderne la biografia in maniera esaustiva. Da una parte il ragazzino mingherlino nato a Lanus, sobborgo di Buenos Aires, nel 1960, che a 18 anni veniva usato dal CT Menotti per far impazzire i difensori della Nazionale, Passarella in primis, che si apprestava a far vincere all’Argentina il primo Mondiale della sua storia. Dall’altra il campione ingestibile, divorato dai vizi e soprattutto dalla cocaina che gli ha impedito di vivere la sua parabola professionale in maniera completa. Ma forse Maradona è stato amato e odiato anche per questo come i grandi che dividono, ma che non si può fare a meno di riconoscere nella loro grandezza.



DIEGO MARADONA: I PROBLEMI DI DROGA E IL DECLINO

La carriera di Maradona è stata in realtà un’estate breve e fiammante, considerando che oltre all’interruzione prematura per problemi di droga (la prima positività alla cocaina col Napoli, nel 1991, lo fece di fatto uscire dal giro del grande calcio a soli 31 anni) c’è anche un inizio travagliato. Dopo essere diventato l’idolo dell’Argentina prima con la maglia dell’Argentinos Juniors e poi con quella del club del suo cuore, il Boca, Maradona arrivò in Spagna al Barcellona ma i primi anni Ottanta furono durissimi per lui. Nel Mondiale di Spagna 1982 la marcatura di Gentile spense i sogni di gloria suoi e dell’Argentina, poi il grave infortunio per un fallo del difensore dell’Athletic Bilbao Andoni Goikoetxea gli fece capire che Barcellona non faceva per lui. A 24 anni approdò a Napoli, ma fu necessario aspettare il 1986 per vederlo coronare i sogni di una vita. Prima il titolo Mondiale vinto in Messico con un’Argentina modesta ma trascinata dal suo carisma, in particolare in uno storico quarto di finale contro l’Inghilterra. Poi lo Scudetto del 1987, il primo della storia del Napoli.



MARADONA: UN PERSONAGGIO “CONTRO”

Ma è la vicenda umana di Maradona che merita di essere raccontata tra cadute e resurrezioni improvvise. Dopo i Mondiali del ’90 giocati da protagonista, eliminando l’Italia padrona di casa ma perdendo la finale coi tedeschi, i problemi di droga di Diego non si poterono più nascondere. Arrivò la squalifica, un rientro problematico, poi il 1994 e la possibilità di giocare un Mondiale della rivincita. Lì arrivò una nuova positività all’efedrina, una vicenda controversa per la quale Diego gridò sempre al complotto. Ma fu anche la fine del Maradona calciatore: l’uomo si ritrovò a lottare per la vita, due volte in overdose, riabilitato da Fidel Castro e dalle cure a Cuba. Poi divenuto allenatore, guidando da CT l’Argentina ai Mondiali sudafricani del 2010, Maradona ha continuato a far parlare di sé con le sue esternazioni contro l’establishment calcistico mondiale e restando un simbolo di riscatto per quello che lui ha sempre definito il ‘Sud del mondo’, anche se i suoi fantasmi gli hanno impedito di sprigionare davvero una potenzialità fuori dal comune in tutta la storia del calcio.

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