Un vero e proprio giallo la morte di Diego Maradona, avvenuta lo scorso 25 novembre a Tigre. Come vi abbiamo raccontato, il Pibe de Oro era convalescente da un’operazione alla testa ma nel corso delle ultime ore sono arrivati nuovi aggiornamenti: pochi giorni prima del decesso, l’ex calciatore del Napoli sarebbe caduto in casa e avrebbe battuto la testa. Rodolfo Baquè, avvocato dell’infermiera Gisela Madrid che si occupava di Maradona, ha spiegato che il 60enne aveva 115 battiti al minuto e il giorno prima della morte aveva 109 battiti, «il corpo era in allerta e non è stato assistito con alcuna pillola». Il Corriere della Sera mette in risalto che, dopo le dimissioni dalla clinica Olivos, Maradona presentava segni di astinenza da sostanze, come confermato dalla psichiatra Agustina Cosachov.



DIEGO MARADONA IN CRISI D’ASTINENZA? LE PAROLE DELL’AVVOCATO

Intervenuto a Storie Italiane, l’avvocato Pisani ha tenuto a precisare: «Diego Maradona non era cocainomane, non c’era nessuna tossicodipendenza. I familiari non possono ascoltare queste cose. Maradona è morto per un arresto cardiaco che non ha nulla a che fare con la tossicodipendenza, forse è stato l’unico al mondo che è riuscito a superarla 20 anni fa. Chi parla di tossicodipendenza lo fa solo per mettersi in mostro a danno di un defunto e fa una bruttissima figura». Dopo aver minacciato querele nei confronti degli ospiti in studio, il legale ha sottolineato: «Da credente dico un’altra cosa: penso che Maradona anche dopo la sua morte abbia voluto mandare un messaggio, il messaggio della solitudine che uccide più di ogni altro colpo. Maradona è uno strumento di Dio per dimostrare che dalle debolezze umane ci può essere un riscatto e ci può essere una vita migliore».

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