Diego Milito è stato l’eroe del Triplete, il protagonista principale della memorabile stagione 2009-2010 dell’Inter di José Mourinho con 30 gol stagionali e soprattutto le reti che hanno deciso le partite decisive per le vittorie di Coppa Italia, scudetto e Champions League. Ecco dunque che proprio il Principe nerazzurro sarà ospite d’onore di Alessandro Cattelan a EPCC, che oggi ricorda il decennale del Triplete dell’Inter, con grande piacere del presentatore, noto tifoso della Beneamata.

Nell’estate del 2009 Diego Milito arrivò all’Inter con il biglietto da visita di una magnifica stagione vissuta con la maglia del Genoa, ma la nuova stella dell’attacco nerazzurro doveva essere Samuel Eto’o, arrivato a Milano nel celeberrimo scambio con Zlatan Ibrahimovic. Il camerunese sicuramente diede un grande contributo alla causa, anche con l’umiltà di sacrificarsi per il bene superiore delal causa (Ibra lo avrebbe fatto?), ma non c’è dubbio che l’eroe sia stato Diego Milito.

Una stagione da eccellente protagonista con tanti gol importanti: tanto per fare qualche esempio, nei derby di andata e ritorno, nella fondamentale vittoria di Kiev nel girone di Champions League e naturalmente nella semifinale d’andata contro il Barcellona, ma l’appuntamento con la storia era a maggio, e Milito rispose “presente” per tre volte, entrando nella leggenda come l’uomo decisivo per il Triplete dell’Inter, prima squadra italiana a riuscirci.

DIEGO MILITO: I GOL A ROMA E SIENA PER COPPA ITALIA E SCUDETTO

La prima tappa fu allo stadio Olimpico di Roma il 5 maggio 2010, nella finale di Coppa Italia contro la Roma. Il trofeo era il meno importante dei tre, eppure sotto molti punti di vista fu forse la sfida più difficile: vuoi per la data e il luogo che evocavano sinistri presagi, vuoi perché la Roma era la grande rivale della stagione e che i giallorossi giocavano di fatto in casa, vuoi perché la squadra di Claudio Ranieri mise la partita sullo scontro fin dai primissimi minuti (vedi infortunio di Sneijder) e fino al termine del match (calcione di Totti a Balotelli).

Nessun problema, a risolvere tutto ci pensa lui, Diego Milito: l’altro ex rossoblù Thiago Motta avvia l’azione, poi fa tutto il Principe del Bernal, unica maglia nerazzurra contro l’intera difesa giallorossa, che però non può fermare l’uomo del destino, l’eroe del Triplete che verrà, il quale entra in area e fredda l’intero stadio Olimpico con un tiro di destro che si infila imparabile all’incrocio dei pali.

Seconda tappa, Siena domenica 16 maggio: nerazzurri che devono difendersi dall’attacco proprio della Roma, che passa in vantaggio per prima sul campo del Chievo e si prenderebbe lo scudetto a parità di punti in classifica. Nessun problema, ci pensa Milito atto 2: il capitano Javier Zanetti gli allunga il pallone al limite dell’area, il Principe avanza di qualche metro e poi trafigge il portiere con un diagonale sul secondo palo di chirurgica precisione. Vittoria e scudetto numero 18, il quinto consecutivo.

DIEGO MILITO: LA DOPPIETTA IN FINALE DI CHAMPIONS LEAGUE

Infine l’apoteosi, la notte in cui Diego Milito da Principe divenne Re: sabato 22 maggio, stadio Santiago Bernabeu di Madrid, finale di Champions League Inter Bayern Monaco. Due grandi squadre, entrambe vincitrici di campionato e coppa nazionale in patria: una delle due avrebbe completato il Triplete. Quale? Quella con Diego Milito in attacco, naturalmente. Minuto 35: rinvio di Julio Cesar, il Principe la prende di testa e serve Wesley Sneijder, che gliela restituisce in modo semplice e geniale, mettendolo in posizione di sparo. Diego non si lascia scappare l’occasione, entra l’area e trafigge il portiere con un tiro sotto la traversa che non lascia scampo.

In una finale di Champions League però un solo gol di vantaggio potrebbe essere poco, meglio andare sul sicuro per non vivere troppi brividi nel finale, che già a Barcellona qualche settimana prima il tifoso dell’Inter aveva perso qualche anno di vita.

Nessun problema, ci pensa Milito atto 3 (scena 2): riceve palla da Eto’o e poi comincia la danza, che Van Buyten probabilmente ancora oggi se lo sogna di notte, quel maledetto (per lui) tanguero argentino che lo ubriaca, entra in area e trafigge Butt per la seconda volta. Se per voi questo è uno che non è entrato nemmeno nella lista dei candidati al Pallone d’Oro…