Diego Piacentini, ex vicepresidente di Apple ed Amazon ed ora commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale Italiana, in un’intervista rilasciata al settimanale 7 del Corriere della Sera, ha parlato del digitale in Italia e delle prossime sue evoluzioni, nonché del futuro dell’Intelligenza artificiale. “Le soluzioni tradizionali non sono da eliminare”, ha messo innanzitutto in chiaro, precisando che “ai servizi di pubblica utilità possa accedere chiunque”, anche chi non ha dimestichezza con i mezzi di comunicazione digitali. I servizi devono garantire la stessa efficienza per tutte le categorie di cittadini.
Il manager vive negli Stati Uniti, vicino Seattle. Per questo Diego Piacentini ha raccontato un episodio curioso, che evidenzia come la digitalizzazione delle Pubbliche Amministrazioni nel mondo non sia così diffusa: “L’altro giorno ho ricevuto una notifica dell’app IO sul mio telefonino che mi ricordava che la tassa di circolazione della mia Panda sarebbe scaduta a fine gennaio. Sono entrato e ho pagato con un clic. L’ho fatto vedere ai miei amici qui e non ci credevano, perché negli Stati Uniti questa cosa non accade“.
Diego Piacentini: digitale ed analogico devono coesistere in continuità
Diego Piacentini ha analizzato inoltre gli attuali punti critici della digitalizzazione in Italia, tra i dibattiti sull’identità digitale SPID e l’obbligo di POS. A proposito del primo punto ha evidenziato come non abbia senso mantenere sia la Carta di identità elettronica che Spid, perché crea sono confusione. I servizi devono essere facilmente accessibili, altrimenti sarebbe come avere delle chiavi che non servono a nulla: “Smettiamola di nasconderci dietro alle presunte difficoltà degli anziani: come dicevo, lo Stato ha il dovere di fornire alternative al digitale, non dismettere quello che c’è“.
In merito alle innovazioni tecnologiche, Diego Piacentini si è detto invece entusiasta soprattutto per le ultime scoperte nel campo della diagnostica e della cura: “Hanno trovato nell’Intelligenza artificiale un terreno molto fertile: capisci perfettamente perché e come i nostri nipoti vivranno fino a 125 anni“. Così come di quello che questi progressi possono fare nel campo del contrasto al cambiamento climatico e delle riduzioni di Co2. Nel futuro dell’intelligenza artificiale tuttavia non va sostituita la componente umana: “Ci deve essere sempre quella dose di problem solving dell’umano: nell’analogico c’è la flessibilità che permette di risolvere i casi non previsti“.