Si parla del cibo Made in Italy stamane negli studi di Uno Mattina in occasione della Giornata mondiale della pizza e ospite in studio vi era Diego Vitagliano, il pizzaiolo numero uno al mondo: “Oggi è anche la giornata dei pizzaioli che coincide con il giorno del patrono dei lavoratori del fuoco, Sant’Antonio Abate”. Diego Vitagliano ha aggiunto: “Ho iniziato a 16 anni per volere di mio papà, mi portò in una pizzera e mi disse di imparare quel lavoro perchè avrei lavorato sempre, ho iniziato a 16 anni e ora ne ho 38 e continuo a farlo”.



L’analista Diego Paganini, in collegamento con Uno Mattina, si è soffermato sull’importanza del cibo Made in Italy nel mondo, un patrimonio materiale e immateriale: “I numeri sono importantissimi, oltre 20 miliardi di valore, ma dobbiamo considerare la più ampia industria di trasformazione italiana che include anche prodotti industriali che derivano dalla grande capacità del Made in Italy, 190 miliardi di euro di fatturato con un export superiore ai 50 miliardi. Dobbiamo capire come possiamo ampliare ulteriormente la nostra capacità verso l’estero ma ci sono delle sfide a cominciare dalla concorrenza”. E ancora: “Oggi l’olio extravergine di oliva è un problema contro l’obesità ma ne stiamo producendo meno a causa dei cambiamenti climatici, poi ci vorrebbe un po’ più di ordine sulla governance e infine c’è la capacità di fare export, la capacità di affiancare le nostre aziende, per cui il 90% sono micro e piccole imprese che vanno sostenute quando si va sul mercato globale. Abbiamo fortissimi brand ma piccole aziende che vanno sostenute”.



DIEGO VITAGLIANO, PIZZAIOLO NUMERO UNO AL MONDO: “ECCO LE PIZZE PIÙ PARTICOLARI…”

Diego Vitagliano ha ripreso la parola: “C’è una cultura dietro alla pizza, soprattutto per i prodotti come il pomodoro San Marzano che ci invidia tutto il mondo, abbiamo la mozzarella di bufala campana. Adesso vado a fare tre serate al Singapore e lì porto il Made in Italy, ciò che ci desidera e ci invidia tutto il mondo”.

Ma quali sono le pizze più particolari che gli chiedono? “Io parto dall’idea che la pizzeria deve restare tale, un carpaccio di manzo, una pizza con il baccalà con i friarelli napoletani e il tartufo, accostamenti complicati ma buonissimi, e poi l’olio extra vergine di qualità a crudo”. Ma cosa si beve assieme alla pizza? “Negli ultimi anni il 50% vino e il 50% birra, sui fritti tantissima gente beve le bollicine”. Paganini ha aggiunto: “I prodotti vinicoli italiani si stanno imponendo per qualità e i costi”.