La dieta a digiuno intermittente non solo non apporterebbe benefici, ma potrebbe anche provocare disturbi alimentari e contribuire a isolare i membri della stessa famiglia in casa. È la tesi sostenuta da quattro esperti tra le pagine del Corriere del Veneto. Giorgio Perilongo, direttore della Clinica Pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova, assieme a Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento Salute Donna e Bambino, Liviana Da Dalt, a capo del Dipartimento didattico Salute Donna e Bambino, e Michela Gatta, primario di Neuropsichiatria infantile, replicano alla professoressa Antonella Viola attraverso un documento pubblicato sulla rivista “Frontiers in Pediatrics”



Finora siamo stati discreti ma adesso abbiamo capito che i media possono essere uno strumento per veicolare i messaggi di educazione alla salute. E l’abbiamo fatto, a differenza di chi li utilizza in maniera improvvida: lanciare all’opinione pubblica concetti non corretti e non filtrati da esperti su temi legati alla salute è pericoloso” denuncia il professor Perilongo. Per i quattro esperti, in tema di dieta a digiuno intermittente “la combinazione di un’enfasi mal raccontata sulla necessità di evitare l’obesità, e quindi di adottare diete quanto mai varie, con una crescente attitudine narcisistica della nostra società e un concetto di bellezza il più delle volte ideale e slegato dalla realtà sta favorendo elaborazioni pericolose e distorte del concetto del mangiare”. E “la conseguenza è un costante aumento dei disturbi alimentari negli adolescenti e in particolare di disturbi anoressici potenzialmente molto gravi”.



Dieta a digiuno intermittente, allarme pediatri: “è restrittiva e crea isolamento dalla famiglia”

Dieta a digiuno intermittente, i quattro pediatri spiegano a Il Corriere del Veneto che “la letteratura scientifica internazionale documenta che il digiuno intermittente è associato in modo significativo, specie nelle giovani donne, a disturbi psicopatologici alimentari. Non sorprende di per sé tutte le diete restrittive sono da tempo riconosciute quale principale fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi alimentari e in particolare il digiuno intermittente”. Ma non solo, perché spiegano che “raccomandare di saltare la cena 4-5 volte la settimana corrisponde a deprivare una famiglia di un rito importante, cioè il sedersi attorno alla tavola, con possibili deleterie implicazioni sui figli”.



Infatti “per molte famiglie, in cui madre e padre lavorano tutto il giorno, è la cena il momento per stare insieme, per il dialogo e il rispetto delle regole, per ascoltare i figli e cogliere precocemente punti di forza e di vulnerabilità. Non cenare insieme per aderire a diete che prevedono di saltare il pasto è a rischio di creare isolamento” in quanto è “documentato da anni che mangiare in famiglia migliora l’autostima e il rendimento scolastico dei ragazzi e previene ansia, depressione, alcolismo, comportamenti violenti, uso di sostanze e pensieri suicidari”.