Le persone che per dimagrire si affidano ad una dieta iperproteica sono sempre di più, soprattutto tra gli sportivi che vogliono anche aumentare la propria massa muscolare. In pochi sanno però che questo regime alimentare può causare infiammazioni e malattie cardiovascolari come aterosclerosi, infarto e ictus, che sono responsabili del 34,8% dei decessi in Italia. A evidenziare queste possibili conseguenze, in un editoriale pubblicato su La Stampa, è stata Antonella Viola, che ha citato un nuovo studio sul tema. 



I ricercatori hanno scoperto che abolire i carboidrati per introdurre una maggiore quantità di proteine nel proprio regime alimentare può essere dannoso. Il motivo è da ricondurre in particolare ad un eccesso di leucoma, un amminoacido presente appunto nelle proteine, che è in grado di attivare le cellule che guidano verso queste condizioni. In base ai dati emersi, per evitare infiammazioni e malattie cardiovascolari, le proteine non dovrebbero superare il 22% delle calorie totali assunte. Nelle diete iperproteiche invece si arriva anche al 30%. Nella dieta mediterranea, invece, tra il 10% e il 15%.



Dieta iperproteica causa infiammazioni e malattie cardiovascolari: i rischi dei cibi ultraprocessati

Oltre alle proteine, a potere essere dannosi nella dieta sono anche i cibi ultraprocessati, ovvero quelli che vengono sottoposti ad un processo di trasformazione che sottrae o aggiunge nutrienti o altre sostanze, modificandone la struttura. Alcuni esempi sono gli snack dolci e salati che troviamo in commercio, i piatti pronti preconfezionati a lunga conservazione e le bevande zuccherate. Alcuni studi hanno dimostrato che il 50%-60% dell’apporto energetico giornaliero dei Paesi ad alto reddito proviene proprio da questi alimenti. Anche i Paesi a medio e basso reddito però stanno prendendo l’esempio.



Se da un lato la trasformazione degli alimenti è utile per renderli commestibili e conservabili, dall’altro consumare alimenti meno lavorati è sicuramente più salutare. Uno studio condotto su 250 mila volontari da sette Paesi europei, i cui risultati sono stati pubblicati su The Lancet, ha rivelato infatti che chi consuma frequentemente cibi ultraprocessati ha il 9% di possibilità in più di sviluppare una multimorbilità.