Cercare di seguire un’alimentazione sana non può che portare benefici alla salute, soprattutto se si segue una dieta povera di calorie. Da un recente studio è emerso però che è in particolare la dieta mediterranea ‘verde’ a detenere il primato in termini di qualità per il nostro benessere fisico. Questa alimentazione è ad alto contenuto di polifenoli, composti naturali contenuti in alcuni cibi e considerati di grandissima importanza soprattutto per il cuore e per i principali organi vitali.
Tra i principali vantaggi è stato segnalato un effetto preventivo in termini di drammatici disirrigidimenti prossimali l’aorta, oltre ad altri importanti benefici. Pensiamo infatti anche alla loro capacità di proteggere i tessuti del corpo dallo stress ossidativo e dalle patologie associate come tumori, malattie coronariche e infiammazioni. Per poterne fare scorta occorrerà consumare soprattutto frutta come uva, mele, pere, ciliegie e bacche insieme a verdure, cereali e bevande come caffè e tè verde. Molti frutti contengono fino a 200-300 mg. polifenoli per 100 gr. peso fresco.
Dieta mediterranea vs. dieta mediterranea ‘verde’
La dieta mediterranea verde avrebbe ancora più effetti benefici di quella mediterranea, da sempre considerata la più completa e la più ricca di tutte le sostanze di cui il nostro organismo ha bisogno. Lo studio che ha rivelato l’importanza di questa ‘green diet’ è stato pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology. I ricercatori hanno scoperto che la dieta mediterranea verde ha fatto regredire la rigidità aortica prossimale di ben il 15%, la dieta mediterranea invece del 7,3% e la dieta sana diretta alle linee guida dietetiche del 4,8%. I dati dunque parlano chiaro e non lasciano dubbi: va prediletta l’alimentazione mediterranea verde.
La ricerca è riuscita ad arrivare a questi dati compiendo verifiche nell’arco di 18 mesi e su 300 partecipanti che hanno fatto uso solo di cibi ricchi in polifenoli. Periodicamente sono stati sottoposti a risonanza magnetica per misurare la rigidità aortica, e il risultato è stato in termini di una maggiore elasticità dell’aorta.