Da sempre una dieta ricca di Omega-3 è consigliata da medici e nutrizionisti, poiché gli acidi grassi polinsaturi in essa contenuti hanno dimostrato, nel tempo, di esercitare effetti antinfiammatori benefici sia per le malattie infiammatorie croniche che per quelle acute. Ebbene, in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, a causa della pandemia di Covid-19 che sta affliggendo l’intero orbe terracqueo, trincerato contro un nemico tanto invisibile quanto letale, torna prepotentemente in auge uno studio condotto quattro anni fa (2016) dall’Associazione americana degli Immunologi, pubblicato su “The journal of Immunology”. Stando a quanto asserito dagli esperti a stelle e strisce, l’infezione virale acuta può essere controllata ed eliminata con un’efficace risposta CD8, ma, nonostante gli studi che suggeriscono l’incorporazione di acidi grassi omega-3 nelle membrane lipidiche, “poco si sa in merito all’impegno delle cellule T con l’antigene peptide-MHC (pMHC)” e se gli acidi grassi Omega-3 modulino “le risposte delle cellule T”.
DIETA OMEGA-3 RIDUCE L’IMMUNITÀ AI VIRUS: “ANTIGENE RICONOSCIUTO CON MAGGIOR DIFFICOLTÀ”
Dunque, stando a quanto riferito fin qui dagli immunologi statunitensi, una dieta ricca di Omega-3, seppur efficace e consigliata per la sua inequivocabile e certificata azione antiflogistica, non sarebbe invece così utile nella prevenzione del contagio da qualsiasi virus, anzi: sarebbe proprio da evitare. “Abbiamo determinato la frequenza delle cellule T e l’affinità per l’antigene su una singola cellula – hanno affermato gli esperti –. I nostri dati indicano che l’olio di pesce dietetico riduce l’affinità dell’antigene nelle cellule transgeniche del recettore delle cellule T“. Non è tutto: gli studiosi hanno rilevato “una diminuzione del numero policlonale di cellule T specifiche per l’antigene (gp-33) al picco dell’immunità virale all’infezione da coriomeningite linfocitica (LCMV)”. Una terminologia medico-scientifica indecifrabile a molti, ma ciò che conta veramente sapere è che questi dati indicano che gli acidi grassi Omega-3 diminuiscono il riconoscimento dell’antigene agli antigeni virali.