La scelta vegana è sempre più di tendenza, ma quando ad adottarla sono le donne in gravidanza e i bambini la prudenza non è mai troppa. A mettere in guardia è Elena Meli, biologa con un dottorato in farmacologia e tossicologia, che sulle pagine del Corriere della Sera ricorda come “i pediatri sono più volte intervenuti in merito e una delle ultime prese di posizione arriva dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale“. Nel corso dell’ultimo convegno, infatti, i pediatri hanno presentato l’aggiornamento di un documento di consenso stilato con la Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, Società Italiana di Medicina Perinatale e Federazione Italiana Medici Pediatri. La raccomandazione più importante in esso contenuta, come spiegato da Marcello Bergamini di SIPPS, è quella che chiede di “monitorare tutti i bambini che seguono una dieta vegana o vegetariana, facendo regolarmente esami del sangue per verificare che non si sviluppino carenze“. Il documento chiarisce infatti che non esistono ancora evidenze scientifiche per stabilire a quale età sia sicuro eliminare dalla propria alimentazione i cibi animali senza che si verifichino effetti collaterali sullo sviluppo.
DIETA VEGANA, LE RACCOMANDAZIONI DEI PEDIATRI
Il dottor Bergamini ha spiegato infatti che “non ci sono dimostrazioni sufficienti per un via libera delle diete vegetariane e vegane e negli ultimi tre anni (la precedente edizione risale al 2017, ndr) non sono stati pubblicati studi che possano cambiare le raccomandazioni“. Come precisato dal Corriere della Sera, i genitori che optano per la dieta “verde” devono necessariamente prendere in considerazione di affidarsi a consulenze nutrizionali che indichino i supplementi necessari al bambino, così da accertarsi che il piccolo vegetariano non abbia un ammanco di aminoacidi, ferro, zinco, vitamina B12 e DHA; per i bambini che seguono invece una dieta vegana, dunque ancora più restrittiva, il documento richiama l’importanza del monitoraggio costante e della prevenzione dei rischi, da attuare eventualmente con l’aggiunta nella dieta di integratori che vadano ad anticipare la comparsa di deficit di calcio, vitamina D e riboflavina. Un recente studio dell’università di Helsinki, d’altronde, ha dimostrato come, al netto di un impiego scrupoloso dei supplementi, i bimbi vegani possano comunque sperimentare carenze di vitamina D e vitamina A. Estrema attenzione è necessaria anche in presenza di una mamma vegana in gravidanza o durante il periodo di allattamento al seno che, spiegano i pediatri, dovrebbe protrarsi per i primi due anni di vita del bambino. Inoltre, è l’ulteriore raccomandazione, nel caso il neonato nei primi mesi non prenda il latte della mamma o se ne nutra soltanto parzialmente, è necessario scegliere latti vegetali adattati per i lattanti.